La nostra comunità cristiana ha vissuto l’inizio del mese mariano ieri, 1 maggio, sulla Via Matris che scala il colle di Roio. Guidati dal nostro arcivescovo, monsignor Antonio D’Angelo e dal parroco di Roio, don Osman Rafael Prada, numerosi fedeli hanno recitato il santo Rosario e meditato sui misteri della vita di Gesù e della Madonna.
L’appuntamento era alle ore 16 ai piedi del colle di Roio, inizio della Via Matris. Da lì i pellegrini si sono incamminati sul tortuoso sentiero che custodisce i misteri della vita della Madonna, rappresentati su mosaici e stazioni marmoree, meditando le pagine della redenzione attuata da Cristo Gesù e pienamente incarnata da sua madre Maria. L’arcivescovo ha, brevemente, spiegato i vari misteri che legano la vita del Signore, quella della Madonna e l’esistenza di tutti i figli di Dio. Il santo Rosario ha, quindi, scandito i passi dei pellegrini.
Giunti alla sommità del colle, il nostro arcivescovo ha presieduto la santa Messa, nella memoria liturgica di san Giuseppe lavoratore. Durante l’omelia, D’Angelo ha invitato i fedeli a riflettere su due aspetti centrali della liturgia: la presenza della Parola e dello Spirito, e la risposta dell’obbedienza. La pagina evangelica riportava, infatti, una parte del lungo colloquio tra Gesù e Nicodemo, soffermandosi particolarmente sull’espressione del Signore: «Colui che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito» (Gv 3,34). Tutti quanti noi siamo costituiti figli di Dio e riceviamo il suo Spirito di vita e di amore; e questo, poiché partecipiamo alla Pasqua di morte e risurrezione del Figlio Gesù.
La parola dell’arcivescovo ha esortato tutti i presenti a incarnare la fede e l’obbedienza di Maria e di Giuseppe, i quali hanno perseverato sulla via che la grazia tracciava davanti a essi; anche nel mistero della croce.
La tradizione cristiana legge il mese che abbiamo appena iniziato come tempo mariano privilegiato e ci chiama alla recita fedele del santo Rosario. Ci ricordava san Giovanni Paolo II nel 2002: «Il Rosario della Vergine Maria, sviluppatosi gradualmente nel secondo Millennio al soffio dello Spirito di Dio, è preghiera amata da numerosi Santi e incoraggiata dal Magistero. Nella sua semplicità e profondità, rimane, anche in questo terzo Millennio appena iniziato, una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità. Essa ben s’inquadra nel cammino spirituale di un cristianesimo che, dopo duemila anni, non ha perso nulla della freschezza delle origini, e si sente spinto dallo Spirito di Dio a “prendere il largo” (“duc in altum!”) per ridire, anzi ‘gridare’ Cristo al mondo come Signore e Salvatore, come “la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6)» (Rosarium Virginis Mariae 1).
Le comunità cristiane, i gruppi dei fedeli, i singoli battezzati possono – in questo tempo – ritrovare questa antica forma di preghiera; al fine di incarnare la definitiva redenzione di Cristo e intercedere per la salvezza della intera umanità.