Medjugorje, arriva il nulla osta della Santa Sede. Tramite il nihil obstat, “i fedeli sono autorizzati a dare in forma prudente la loro adesione“, queste le parole del Card. Víctor Manuel Fernández, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede nel corso dell’attesa conferenza stampa di Giovedì 19 settembre. “Questa determinazione“, ha proseguito il cardinale, “indica che i fedeli possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale, e si autorizza pure il culto pubblico, perché ad ogni modo in mezzo ad essa (non a causa dei presunti fenomeni soprannaturali) si sono verificati molti frutti positivi e non si avverte il pericolo che si siano ampiamente diffusi nel Popolo di Dio effetti negativi o rischiosi“. Una conclusione prudenziale, ma pur sempre una conclusione di una vicenda che dura da 43 anni, fatta di innumerevoli pellegrini ogni anno, conversioni, gruppi di preghiera e opere pie intorno al mondo fondati e ispirati attorno ai messaggi della Madonna di Medjugorje. Eppure mancava ancora l’avallo della Santa Sede. La Chiesa però non riconosce la soprannaturalità dell’evento. La Nota “La Regina della Pace” rilasciata dal Dicastero per la Dottrina della Fede dà il suo nulla osta al culto e alla devozione sviluppatasi attorno alla Madonna di Medjugorje, riconoscendone la bontà dei frutti spirituali, ma non dice nulla circa l’origine divina delle apparizioni.
Già San Giovanni Paolo II in alcune lettere private si era espresso positivamente su Medjugorje e aveva manifestato il desiderio di visitare quel luogo. Informato di ciò, Mons. Perić, Vescovo di Mostar, chiese all’allora Congregazione per la Dottrina della Fede di evitare tale visita, che in effetti non avvenne mai. Per quanto riguarda Benedetto XVI, abbiamo un chiaro pensiero dell’allora Cardinale Ratzinger proprio a riguardo di Medjugorje, risalente al 1985: “Uno dei nostri criteri è separare l’aspetto della vera o presunta “soprannaturalità” dell’apparizione da quello dei suoi frutti spirituali. I pellegrinaggi della cristianità antica si dirigevano verso luoghi a proposito dei quali il nostro spirito critico di moderni sarebbe talvolta perplesso quanto alla “verità scientifica” della tradizione che vi è legata. Ciò non toglie che quei pellegrinaggi fossero fruttuosi, benefici, importanti per la vita del popolo cristiano. Il problema non è tanto quello della ipercritica moderna (che finisce poi, tra l’altro, in una forma di nuova credulità) ma è quello della valutazione della vitalità e dell’ortodossia della vita religiosa che si sviluppa attorno a questi luoghi“. La commissione voluta da papa Benedetto XVI e presieduta dal cardinale Camillo Ruini, estranea ai problemi interni della Chiesa dell’ex Iugoslavia, ha lavorato dal 17 marzo 2010 al 17 gennaio 2014. Riguardo alla fase iniziale del fenomeno Medjugorje, la Commissione ritiene che “nelle prime sette apparizioni, tra il 24 giugno e il 3 luglio 1981, i ragazzi, psichicamente sani, non sono stati influenzati da nessuno ed hanno concordemente attestato di vedere la Madonna che affidava loro messaggi di conversione e penitenza. Cioè, la devozione sorta a Medjugorje ha un’origine soprannaturale, è autentica“. Riguardo alla soprannaturalità delle successive apparizioni, il rapporto dice che nella fase successiva si può pensare ad un influsso esterno da parte di vari soggetti e le apparizioni diventano quasi “programmate”. Nonostante soltanto 2 Membri abbiano espresso un Constat de non supernaturalite per queste apparizioni successive, 12 Membri invece hanno votato con Nondum decernendum: cioè non si trovavano in condizione di emettere un giudizio definitivo.
Papa Francesco ha voluto mettere un punto alla questione che si trascinava da troppo tempo. Già era intervenuto sul volo di ritorno da Fatima nel 2017: “Sulle prime apparizioni, quando [i “veggenti”] erano ragazzi, il rapporto più o meno dice che si deve continuare a investigare. Circa le presunte apparizioni attuali, il rapporto ha i suoi dubbi“. Ma restava comunque “il nocciolo vero e proprio del rapporto-Ruini: il fatto spirituale, il fatto pastorale, gente che va lì e si converte, gente che incontra Dio, che cambia vita… Per questo non c’è una bacchetta magica, e questo fatto spirituale-pastorale non si può negare“. Il suo parere era però alquanto negativo nei confronti della Madonna “postino”, la Vergine che dà degli ordini circa date, posti, aspetti pratici e questioni ordinarie. Nel 2018 poi il Santo Padre aveva nominato l’arcivescovo polacco Mons. Henryk Hoser quale Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje a tempo indeterminato, con la finalità di assicurare un accompagnamento pastorale alla comunità parrocchiale e ai pellegrini. Il 14 gennaio del 2019 venne resa pubblica una disposizione del Pontefice, secondo la quale è possibile organizzare pellegrinaggi a Medjugorje, “sempre che si abbia cura di evitare che siano interpretati come una autenticazione degli avvenimenti“. Nel 2021 arriva il nuovo e attuale Visitatore Apostolico Mons. Aldo Cavalli, già Nunzio Apostolico nei Paesi Bassi, che ha sempre evitato di dare un parere circa la soprannaturalità degli eventi, ma al contempo ha avuto un approccio molto favorevole e positivo, scaturito dalla sua esperienza maturata sul posto.
Più complessa la questione dei messaggi della Madonna, su cui il cardinal Fernandez si è soffermato a lungo. Il Dicastero ha dovuto analizzarli tutti, perché questo è suo compito diretto. La maggior parte dei messaggi, spiega la Nota, ha un bel contenuto che può stimolare i fedeli alla conversione, a crescere nell’incontro con Cristo, ad essere costruttori di pace nel mondo. Ripropongono con altre parole più vicine al linguaggio semplice dei nostri popoli, gli incoraggiamenti e le esortazioni che provengono dal Vangelo. La Nota ricorda un principio importante: quando si riconosce l’azione dello Spirito Santo in mezzo a un’esperienza spirituale, non significa che tutto quello che appartiene a quell’esperienza sia esente da ogni imprecisione, imperfezione o possibile confusione. Va ricordato nuovamente che questi fenomeni “a volte appaiono connessi ad esperienze umane confuse, ad espressioni imprecise dal punto di vista teologico o ad interessi non del tutto legittimi” (Norme, n. 14). Questo, dunque, non esclude la possibilità di “qualche errore d’ordine naturale non dovuto a una cattiva intenzione, ma alla percezione soggettiva del fenomeno“. Inoltre, i messaggi vanno accolti e valutati nel loro insieme. È proprio in questa visione d’insieme che i testi meno chiari diventano luminosi e completi. Ciò che conta sono soprattutto le grandi esortazioni che appaiono insistentemente nell’insieme dei messaggi: la proposta della pace e della carità fraterna, l’esortazione a non sottovalutare la gravità del male e del peccato, un invito costante alla preghiera nelle sue diverse forme e l’importanza della testimonianza personale.
Cosa avverrà nel futuro? Il nihil obstat non risolve né chiude tutto per il futuro, ma è una determinazione aperta agli sviluppi nel tempo e nello spazio. La Chiesa, dando il suo nulla osta e approvando il culto pubblico di Nostra Signora della Pace, mostra che non vuole lasciare soli i suoi fedeli. Ma per il futuro si continuerà a parlare di “presunti eventi soprannaturali e di presunti messaggi soprannaturali“, pur riconoscendo che lo Spirito Santo opera in questa devozione alla Regina della Pace, in mezzo ai pellegrinaggi, agli incontri di preghiera e alle altre azioni pastorali svolte in connessione con questa devozione.
Su Medjugorje continuerà il discernimento del Visitatore, ma “ricordiamoci che, come dice Papa Francesco, non è consigliabile essere entusiasti di una Vergine Postina“. Dio, nei suoi misteriosi disegni e anche in mezzo alle imperfezioni umane, ha trovato in Medjugorje un modo di far scorrere un fiume di bene e di bellezza. Probabilmente continuerà ad essere così.