Periodico di informazione religiosa

Mons. Crociata, l’UE aiuti la Siria a costruire una pace duratura 

da | 20 Feb 2025 | Europa dello spirito

Il presidente della COMECE, Mons. Mariano Crociata, ha espresso preoccupazione per la crisi umanitaria in Siria, che continua dopo oltre dieci anni di conflitto. Ha sottolineato che le comunità cristiane sono una parte fondamentale della storia e della cultura della regione e che la loro scomparsa sarebbe una grave perdita per la Siria, il Medio Oriente e il mondo. Mons. Crociata ha inoltre chiesto all’Unione Europea e alla comunità internazionale di adottare misure concrete per proteggere la presenza delle minoranze religiose e promuovere il processo di pace. Inoltre, ha invocato strategie a lungo termine per il sostegno umanitario, il recupero economico e la promozione del dialogo e della riconciliazione. 

Presentiamo la traduzione in italiano della dichiarazione di Mons. Mariano Crociata:

“Come presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE), e in risposta ad una lettera di Mons. Youlian Jacques Mourad, Arcivescovo siro-cattolico di Homs, esprimo la mia profonda preoccupazione per l’attuale crisi umanitaria in Siria dopo più di un decennio di conflitti, violenze e sofferenze e, consapevole delle attuali incertezze, esprimo la mia speranza per il futuro della sua gente in questo nuovo capitolo del Paese e alzo le mie preghiere per questo. 

Il popolo siriano, indipendentemente dalla sua origine religiosa o etnica, ha dovuto affrontare difficoltà inimmaginabili, tra cui lo sfollamento, la povertà e la distruzione delle loro terre case, mezzi di sussistenza e comunità. In particolare desidero richiamare l’attenzione su difficile situazione delle comunità cristiane in Siria, che sono state parte integrante ed essenziale della storia e della cultura della regione da secoli e che ora faticano a sopravvivere e a mantenere la continuità storica nella loro patria. L’erosione delle comunità cristiane sarebbe una tragica perdita non solo per la Siria, ma anche per la stabilità del paese e del mondo. La COMECE esorta l’UE e la comunità internazionale a riconoscere la vulnerabilità di queste comunità e ad adottare misure concrete per garantire la loro protezione, preservazione e prosperità, dando priorità ai bisogni dei siriani, soprattutto quelli più vulnerabili, tra cui donne, bambini, anziani, persone con disabilità e minoranze religiose. Questa responsabilità va oltre l’assistenza umanitaria immediata e comprende strategie a lungo termine per il consolidamento della pace, la ricostruzione e la riconciliazione. 

La COMECE invita quindi l’UE e i suoi Stati membri a fornire finanziamenti adeguati e duraturi a partner fidati per garantire che i bisogni primari – cibo, alloggio, assistenza sanitaria (compresa la guarigione dai traumi) e istruzione – siano assicurati a tutti i siriani, e a creare un quadro che consenta al settore privato di operare nel paese con le giuste tutele e garanzie. A questo proposito, accogliamo con favore la decisione dell’UE di allentare gradualmente le sanzioni contro la Siria, cosa che avrà un impatto positivo sul benessere del popolo siriano. 

Come vescovi dell’Unione Europea, incoraggiamo l’UE e i suoi Stati membri a lavorare per proteggere i diritti delle comunità minoritarie in Siria, per garantire che siano incluse nel processo costituzionale e negli sforzi di ricostruzione, e che vengano riconosciute e trattate come cittadini alla pari. Chiediamo anche all’UE e ai suoi Stati membri di sostenere iniziative che promuovano il dialogo, la riconciliazione e la guarigione tra i siriani comunità diverse. In un momento in cui si rischiano ritorsioni contro coloro che vengono percepiti come sostenitori del precedente regime, è necessario evitare vendette e creare un quadro giuridico che applichi la giustizia transitoria in modo equo e inclusivo. 

La Chiesa continuerà ad accogliere e sostenere i rifugiati siriani e gli sfollati, in particolare quelli che fuggono da persecuzioni, e a garantire che siano trattati con dignità e rispetto. L’UE e i suoi Stati membri devono anche lavorare per creare le condizioni che consentano il ritorno sicuro e volontario dei rifugiati e delle loro famiglie alle proprie case. 

Come vescovi dell’Unione Europea, siamo solidali con i nostri fratelli e sorelle in Siria, soprattutto con le comunità cristiane che hanno testimoniato la loro fede in Nostro Signore di fronte a immense avversità. Invitiamo tutte le persone di buona volontà a pregare per la pace in Siria e a lavorare instancabilmente per un futuro nel quale tutti i siriani possano vivere in libertà, sicurezza e speranza. 

Possa l’intercessione della Beata Vergine Maria, Madre della Misericordia, guidarci nella nostra missione di essere strumenti della pace di Dio”. 

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