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Rerum Novarum, era il 15 maggio 1891

da | 15 Mag 2025 | Teologia

Dal 15 maggio 1891 la profezia sociale della Rerum Novarum vive ancora. Oggi con Leone XIV

Il 15 maggio la Chiesa ricorda una delle sue pietre miliari più decisive nel dialogo tra fede e giustizia sociale: l’enciclica Rerum Novarum, promulgata nel 1891 da papa Leone XIII. A distanza di 134 anni, la Provvidenza sembra aver intrecciato di nuovo i fili della storia: sul soglio di Pietro siede un nuovo pontefice, Leone XIV, che proprio pochi giorni fa, nel suo primo discorso ai cardinali, ha dichiarato di aver scelto questo nome in omaggio al papa della Rerum Novarum, per raccoglierne l’eredità nel cuore di un’epoca in trasformazione.

«Come Leone XIII affrontò la questione sociale nel tempo della rivoluzione industriale», ha detto papa Leone, «così la Chiesa oggi è chiamata ad affrontare una nuova rivoluzione: quella dell’intelligenza artificiale. Una sfida inedita per la giustizia, la dignità del lavoro, e il futuro dell’uomo». L’omaggio non è dunque solo nominale: è programmatico. Come allora, anche oggi si avverte il bisogno di un discernimento lucido e profetico.

La Rerum Novarum: radice e sorgente della Dottrina sociale

Pubblicata il 15 maggio 1891, la Rerum Novarum è considerata la magna charta della Dottrina sociale della Chiesa. In un’Europa ferita dalle disuguaglianze generate dal capitalismo industriale e agitata dalle promesse rivoluzionarie del socialismo, Leone XIII interveniva per proclamare con forza la dignità della persona umana, del lavoro, della proprietà privata e della giustizia. Era un testo per il suo tempo, ma scritto con lo sguardo rivolto al futuro.

La questione operaia, il diritto di associazione, la collaborazione tra classi contro la lotta di classe, la protezione dei più deboli, la giustizia temperata dalla carità: sono solo alcuni dei temi che fecero della Rerum Novarum un punto di riferimento obbligato per tutta la riflessione ecclesiale successiva. Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco l’hanno più volte richiamata come radice di ogni intervento su economia, lavoro, politica e globalizzazione.

Intelligenza artificiale, una tecnologia per il bene comune

Papa Leone XIV, nella scelta del nome, individua una continuità profonda tra due epoche di svolta: la fine dell’Ottocento e il nostro presente. La prima fu segnata dalla rivoluzione industriale, dalla nascita del proletariato urbano, dallo sfruttamento sistemico del lavoro minorile e femminile, da città cresciute troppo in fretta e senza giustizia. La seconda è segnata da una transizione altrettanto radicale: l’intelligenza artificiale.

Le potenzialità dell’Intelligenza Artificiale sono straordinarie, ma non possiamo ignorare i dilemmi etici che solleva: il lavoro umano sostituito, il controllo sociale, la manipolazione delle informazioni, la perdita del senso di responsabilità. Se la Rerum Novarum parlava contro l’egemonia del profitto e della forza, oggi Leone XIV richiama la necessità di rimettere l’uomo, non l’algoritmo, al centro della storia.

In Antiqua et Nova del gennaio 2025 Papa Francesco ammoniva la comunità globale che lo sviluppo dell’IA, se guidato da criteri di giustizia, può contribuire a migliorare la vita delle persone, a rendere più efficiente la sanità, l’educazione, l’agricoltura, a ridurre la fatica e a facilitare l’accesso ai diritti. Ma abbandonata alla logica del profitto o del dominio, l’IA può al contrario allargare il divario digitale, rafforzare le disuguaglianze, manipolare l’opinione pubblica e compromettere la democrazia.

Uno dei capitoli più forti del documento riguardava proprio l’impatto dell’IA sul mondo del lavoro. Se da un lato essa può migliorare la produttività, dall’altro rischia di sostituire i lavoratori invece di accompagnarli. L’automazione spinta potrebbe portare a un impoverimento di massa, minando la dignità delle persone e riducendo il lavoro a semplice costo da eliminare. Una visione che la Chiesa respinge con forza, riaffermando il valore intrinseco di ogni vita umana.

Nel mondo di oggi, dove il potere dell’IA è concentrato in poche mani, si corre il rischio che essa venga impiegata per fini ideologici o commerciali, alimentando meccanismi di sorveglianza, censura e controllo delle coscienze. Chi la controlla? A chi risponde? Quali valori incarna? La Chiesa invita allora a costruire un quadro normativo condiviso, fondato sulla trasparenza, la responsabilità pubblica (accountability) e il rispetto della libertà.

Dalla fabbrica all’algoritmo: stessa dignità, stessi diritti

Come la Rerum Novarum ispirò cattedre di economia sociale, sindacati cristiani, cooperative e movimenti democratici popolari, così oggi si pone il compito di un nuovo slancio dell’evangelizzazione del sociale. Le nostre comunità – ha detto il papa – devono tornare a essere laboratorio di pensiero e azione, promuovendo una cultura della fraternità nei luoghi del lavoro, dell’economia e della politica. Il lavoro, oggi, non è più solo in fabbrica: si è diffuso in mille mestieri, smart, liquidi, spesso precari. Ma ovunque si trovi, è lì che il Vangelo deve incarnarsi.

Leone XIV eredita anche le sfide del magistero recente: la crisi ambientale, il collasso del clima, il degrado etico e antropologico delle guerre contemporanee. Il giardino affidato dalla Provvidenza all’umanità oggi è a rischio di devastazione irreparabile. In un mondo sempre più interdipendente, dove pochi sprofondano nell’abbondanza e molti nell’indigenza, la Chiesa invoca una solidarietà planetaria. La Populorum Progressio di Paolo VI e la Sollicitudo Rei Socialis di Giovanni Paolo II hanno già tracciato la via: oggi Leone ne assume l’eredità, nel tempo dell’ecocidio e della finanza disumanizzante.

Un’agenda per il XXI secolo

Il 15 maggio, anniversario della Rerum Novarum, torna ad essere oggi una data profetica. Non solo memoria, ma missione. Papa Leone XIV non si limita a guardare indietro: lancia un appello a tutti i fedeli e a tutti gli uomini di buona volontà per una nuova stagione di dottrina sociale vissuta, pensata, incarnata nelle scelte quotidiane.

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