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Sacro Cuore di Gesù, l’enciclica di Papa Leone XIII

da | 27 Giu 2025 | Liturgia

Il 25 maggio del1899, Papa Leone XIII promulgava un documento destinato a segnare in profondità la coscienza teologica e spirituale della Chiesa: l’enciclica Annum Sacrum, con la quale consacrava solennemente l’intera umanità al Sacratissimo Cuore di Gesù. Lo fece in preparazione all’Anno Santo del 1900, in un tempo storico attraversato da forti tensioni tra Chiesa e modernità, tra società secolarizzata e annuncio cristiano. Eppure, ciò che in apparenza poteva sembrare un semplice atto devozionale, nascondeva una profondità teologica e una lucidità profetica che oggi, alla vigilia della Solennità del Sacro Cuore di Gesù, interpellano con forza anche noi.

Cristo Re universale

L’enciclica si radica in una visione altissima della regalità di Cristo: Egli non è solo il Capo della Chiesa, ma Re dell’universo per duplice titolo – per natura, in quanto Figlio eterno del Padre, e per conquista, in quanto Redentore del genere umano. Questo dominio è assoluto e indivisibile, non limitato ai battezzati, ma esteso a ogni uomo e popolo, anche se ancora lontano dalla fede.

La consacrazione proposta da Leone XIII non crea questo dominio: lo riconosce, lo accoglie e lo rende attuale, coinvolgendo la libertà dell’uomo in un atto di amore e sottomissione volontaria. Qui la teologia della regalità si fonde con la mistica della carità: il Cuore di Gesù è l’emblema vivente di un potere che si esercita per mezzo dell’amore.

Il Cuore di Gesù: simbolo della carità divina

Il Sacro Cuore è per il Pontefice il centro pulsante dell’amore salvifico del Redentore, la “trasparenza della divina carità”. Consacrarsi al Cuore di Cristo significa entrare in una relazione sponsale e totalizzante con Lui: non solo riconoscere il suo regno, ma donarsi a Lui senza riserve, come risposta al dono infinito della redenzione.

L’atto di consacrazione è quindi un gesto liturgico, ecclesiale e missionario: liturgico, perché coinvolge tutta la Chiesa in un unico movimento di lode e offerta; ecclesiale, perché rafforza la comunione con il Capo e tra i membri del Corpo mistico; missionario, perché include anche coloro che non conoscono ancora Cristo, chiedendo per loro la luce della fede.

La consacrazione come rimedio ai mali del mondo

“Con tanta orgogliosa tracotanza di animi, c’è forse da meravigliarsi che gran parte dell’umanità sia stata travolta da tale disordine e sia in preda a tanto grave turbamento da non lasciare vivere più nessuno senza timori e pericoli?”. La crisi di ieri e di oggi è segnata da un tentativo sistematico di espellere Dio dalla vita pubblica e Leone XIII indica con profetica lucidità che solo nel riconoscimento della signoria di Cristo può esserci salvezza, ordine e pace duratura. L’apostasia delle nazioni conduce alla disgregazione morale e sociale; il ritorno al Cuore di Gesù è visto come il rimedio spirituale capace di restaurare il regno di Dio nelle anime e nelle società.

Un segno dei tempi: il Cuore sormontato dalla Croce

Alla vigilia del nuovo secolo, Leone XIII contempla un segno offerto alla Chiesa e al mondo: il Cuore di Gesù, sormontato dalla Croce e circondato da luce. È una visione che richiama quella di Costantino al tempo delle persecuzioni: in hoc signo vinces. Ma ora non è più la croce da sola, è il Cuore trafitto che diventa vessillo, simbolo del trionfo dell’amore sul peccato, della verità sulla menzogna, della vita sulla morte.

Questa immagine diventa per Leone XIII il sigillo del suo pontificato e il cuore stesso della missione della Chiesa. Ed è per questo che invita ogni popolo, ogni diocesi, ogni famiglia a compiere un atto di consacrazione, universale e personale, affinché “tante migliaia di cuori salgano insieme al trono di Dio”.

Domani, venerdì 27 giugno, milioni di cristiani si uniranno nella preghiera al Cuore di Gesù. Forse questo è il tempo in cui la Chiesa deve tornare ad attingere proprio lì — nel mistero del Cuore trafitto — la sorgente della sua fede, della sua unità, della sua missione. Concludiamo con la preghiera di consacrazione redatta da Papa Leone XIII e da lui voluta come sigillo per tutta l’umanità:

Preghiera di Consacrazione al Sacratissimo Cuore di Gesù

(Papa Leone XIII, 1899)

O Gesù dolcissimo, o redentore del genere umano,
riguardate a noi umilmente prostesi dinanzi al vostro altare.
Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere;
e per poter vivere a voi più strettamente congiunti,
ecco che ognuno di noi oggi si consacra al vostro sacratissimo Cuore.

Molti purtroppo non vi conobbero mai;
molti, disprezzando i vostri comandamenti, vi ripudiarono.
O benignissimo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri;
e tutti quanti attirate al vostro Cuore santissimo.

O Signore, siate il re non solo dei fedeli
che non si allontanarono mai da voi,
ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono;
fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna,
per non morire di miseria e di fame.

Siate il re di coloro che vivono nell’inganno dell’errore
o per discordia da voi separati:
richiamateli al porto della verità e all’unità della fede,
affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.

Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti
nelle superstizioni del gentilesimo,
e non ricusate di trarli dalle tenebre al lume e al regno di Dio.

Largite, o Signore, incolumità e libertà sicura alla vostra Chiesa,
largite a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine:
fate che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce:
sia lode a quel Cuore divino da cui venne la nostra salute;
a lui si canti gloria e onore nei secoli.

Così sia.

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