Saremo sorpassati! Rassegniamoci a questa verità di fondo che Gesù annuncia nella pagina del Vangelo di Matteo della XXVI domenica del tempo ordinario. Ma la cosa che forse potrebbe farci rimanere male sta in un dettaglio che non è di poco conto: chi ci sorpasserà in realtà è considerato da noi la feccia della società (ladri e prostitute). Gesù però non vuole fare di tutta l’erba un fascio o far passare l’idea che per essere amati bisogna essere i peggiori, ma vuole semplicemente dire che chi nella vita ha molto sbagliato non è più preoccupato di salvare la faccia, e proprio per questo è più disposto ad aprire il cuore. Non è sempre così, e va anche detto che ci sono brave persone che sanno aprire il cuore senza bisogno di toccare l’inferno con la propria vita, ma la sottolineatura di Gesù serve a sferzare quella mentalità sbagliata che molte volte alberga anche nei nostri ragionamenti in cui a parole e in apparenza diciamo delle cose, ma nel cuore e in sostanza ne facciamo altre. “Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Siamo cristiani di parole o di parola? Quello che si vede di noi corrisponde a quello che ci portiamo nel cuore o siamo solo dei bravi attori? Un bagno di umiltà farebbe bene a tutti e ci farebbe ragionare come Santa Teresina di Lisieux di cui oggi ricorre anche la sua festa, e che diceva di se stessa che se Dio non le avesse tenuto la mano sulla testa sarebbe diventata la peggiore di tutte. Proprio per questo non giudicava nessuno e non considerava mai nessuno una causa persa.