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Europa, la destra ha un volto sempre più giovane

da | 6 Lug 2025 | Politica

Disillusi, più conservatori e sempre più critici verso l’UE: il rapporto YouGov-TUI Stiftung 2025 fotografa una generazione in cerca di ordine, identità e riforme profonde.

Nel nuovo sondaggio YouGov per la TUI Stiftung emerge un quadro inquieto: solo il 57% dei giovani europei preferisce la democrazia a ogni altra forma di governo. Al contrario, crescono l’attrazione per le figure forti al comando e in parallelo il disincanto verso l’UE. Intanto, la bussola politica dei giovani europei si sposta a destra.

La gioventù europea non è più quella che conoscevamo. È stanca, disillusa, e sempre più divisa. Il nuovo rapporto annuale “Jungenstudie 2025”, pubblicato dalla TUI Stiftung e basato su un sondaggio YouGov condotto tra aprile e maggio, ha interrogato 6.703 giovani tra i 16 e i 26 anni in sette Paesi europei (Germania, Francia, Italia, Spagna, Grecia, Polonia e Regno Unito), rivelando segnali inequivocabili: la politica giovanile si sta spostando a destra, la fiducia nella democrazia vacilla e l’Unione Europea è vista come una buona idea, sì, ma realizzata malissimo.

Solo il 57% crede davvero nella democrazia

Un numero che, da solo, dovrebbe far suonare ogni campanello d’allarme nei palazzi delle istituzioni: appena il 57% dei giovani europei preferisce la democrazia a ogni altra forma di governo. Il dato precipita sotto il 50% in Paesi chiave come Francia, Spagna e Polonia. Peggio ancora: uno su cinque arriva a considerare accettabile un governo autoritario in certe circostanze.

Il rischio? Una generazione pronta a rinunciare alle libertà fondamentali in cambio di ordine e controllo. Le disuguaglianze economiche alimentano questo malessere: tra chi si definisce “in difficoltà economiche”, la fiducia nella democrazia scende al 33%.

Virata a destra, il dato che cambia tutto

Nel Rapporto si legge che nel 2021 solo il 14% dei giovani europei si dichiarava politicamente a destra. Oggi siamo al 19%. È un cambio lento, ma continuo. La sinistra tiene solo in Germania (+11%) e Francia, spinta in particolare dalle giovani donne, mentre in Polonia e Grecia i giovani diventano sempre più conservatori.

Sul tema dell’immigrazione, il clima è cambiato: il 38% chiede restrizioni (erano il 26% nel 2021). Meno entusiasmo anche sul fronte ambientale: la percentuale di chi dà priorità assoluta al clima rispetto all’economia è scesa dal 44% al 32%.

L’UE? Un’idea buona, mal realizzata

C’è ancora affetto verso l’Europa: il 66% dei giovani valuta positivamente l’appartenenza all’UE. Ma la delusione è altrettanto evidente: il 53% accusa Bruxelles di “occuparsi di dettagli e non di priorità reali”; il 51% dice che l’UE è “una buona idea, ma attuata male”. Solo il 42% considera l’UE tra i tre attori globali più potenti

Gli “euro-scettici soft” sembrano dire: restiamo in Europa, ma cambiamola radicalmente. Le richieste dei giovani sono chiare: meno burocrazia, più concretezza. Le priorità che dovrebbero guidare l’azione dell’Unione, secondo loro, sono:

  • Ridurre il costo della vita (36%)
  • Rafforzare la difesa europea (25%)
  • Stimolare l’economia e le imprese (23%)
  • Tutelare il clima (23%)

I sistemi politici nazionali? Da rifare

Appena il 6% dei giovani intervistati ritiene che il sistema politico del proprio Paese funzioni bene e non abbia bisogno di cambiamenti. Una bocciatura quasi totale.

  • Il 48% percepisce la democrazia come “a rischio”;
  • In Germania, il dato schizza al 61%;
  • In Grecia, il 34% pensa che il sistema nazionale debba essere completamente rifondato.

Una cifra schiacciante: il 94% dei giovani europei ritiene che il sistema politico del proprio Paese necessiti di cambiamenti, Non è solo sfiducia: è una crisi di rappresentanza, che coinvolge anche il Parlamento Europeo. Solo il 15% dei giovani si sente “ben rappresentato” a Strasburgo, contro il 21% del 2019.

Il sogno europeo è vivo, ma i giovani chiedono ordine

L’identità europea non è morta: in Germania, l’80% dei giovani sostiene con convinzione la permanenza nell’UE; nel Regno Unito, il 73% tornerebbe volentieri nell’Unione. Tuttavia, la fiducia nell’efficacia democratica delle istituzioni europee è bassa, e solo il 15% si sente rappresentato dal Parlamento Europeo.

I giovani europei hanno ereditato crisi economiche, pandemie, guerre alle porte e una macchina politica che sembra troppo lenta per rispondere. Il sondaggio YouGov-TUI non racconta di una gioventù apatica, ma di una generazione disillusa, che cerca risposte forti e visibili, anche a costo di sacrificare qualche libertà. E così, la bussola politica si sposta a destra, dove trovano risposte più nette, più semplici e – almeno in apparenza – più rassicuranti.

La democrazia e l’UE non sono respinte in linea di principio, ma in un’Europa dove il presente appare incerto e il futuro ancora più fragile, il messaggio è chiaro: o la politica torna a parlare chiaro, o i giovani smetteranno di ascoltare. E quando lo faranno, potrebbero già essere altrove: più a destra, più arrabbiati, più distanti. 

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