La festa di questa domenica, 7 gennaio, da una parte «ci rivela che Gesù è il Figlio di Dio, dall’altra ci parla del nostro Battesimo, che ci ha resi a nostra volta figli di Dio, perché il Battesimo ci fa figli di Dio. Il Battesimo è Dio che viene in noi, purifica, guarisce il nostro cuore, ci fa suoi figli per sempre, suo popolo, sua famiglia, eredi del Paradiso»; sono state queste le parole pronunciate da papa Francesco durante la preghiera dell’Angelus di ieri.
La liturgia ci invitava a rivivere un evento dei primi passi della manifestazione pubblica di nostro Signore Gesù Cristo: Egli «venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano» (Mc 1,9). In questo episodio è presente tutta la Trinità di Dio: Gesù compie il segno; riceve lo Spirito in forma di colomba (cfr. Mc 1,10); il Padre rivela il suo eterno desiderio: che il Figlio, «l’amato», sia il modello per ogni creatura (cfr. Mc 1,11).
Nel presente racconto, ricco di simbologia, splende – fulgidamente – l’umiltà divina: quella scelta che Dio Trinità ha compiuto – irrevocabilmente – di abitare per sempre la storia mondana. Benedetto XVI vide in questa scena l’abbassarsi di Dio fino all’essersi messo in fila con tutti gli altri peccatori, per ricevere il battesimo da Giovanni Battista; egli ha scritto: «Il fatto veramente nuovo è che Egli – Gesù – vuole farsi battezzare, che entra nella grigia moltitudine dei peccatori in attesa sulla riva del Giordano (Gesù di Nazaret, 36-37).
Nella festa del Battesimo, papa Francesco invita tutti i cristiani a riscoprire il proprio battesimo, a ricercarne la data, a ritornarci con il cuore: «Per questo è importante ricordare il giorno del Battesimo e anche conoscerne la data. Io domando a tutti voi – ognuno ci pensi –: “Io ricordo la data del mio Battesimo?”. Se tu non la ricordi, quando tornerai a casa, domandala per non dimenticarla più, perché è un nuovo compleanno, perché con il tuo Battesimo sei nato alla vita della grazia. Ringraziamo il Signore per il Battesimo. E anche, ringraziamolo per i genitori che ci hanno portato al fonte, per chi ci ha amministrato il Sacramento, per il padrino, per la madrina, per la comunità in cui lo abbiamo ricevuto. Festeggiare il proprio Battesimo: è un nuovo compleanno».
Il Vescovo di Roma desidera che ciascuno di noi prenda sempre più consapevolezza dell’immenso dono ricevuto, della vocazione e missione che Dio ha consegnato a tutti; egli ha aggiunto, alla fine della sua riflessione: «Possiamo chiederci: io sono consapevole del dono immenso che porto in me per il Battesimo? Riconosco, nella mia vita, la luce della presenza di Dio, che mi vede come suo figlio amato, come sua figlia amata? E ora, in memoria del nostro Battesimo, accogliamo la presenza di Dio in noi. Possiamo farlo con il segno della croce, che traccia in noi il ricordo della grazia di Dio, il quale ci ama e desidera stare con noi. Quel segno della croce che ci ricorda questo».
L’odierna celebrazione, che chiude il Tempo liturgico del Natale, ci riporta nel Tempo Ordinario, ma con la rinnovata coscienza della nostra figliolanza divina: possiamo custodirne l’immenso tesoro di grazia e operare, affinché produca frutti buoni per la nostra vita e la redenzione del mondo.