Lo scorso mercoledì – 29 novembre – ricorreva l’otto centenario dell’approvazione della Regola francescana, da parte dell’allora pontefice Onorio III presso il Laterano. A ottocento anni dall’evento, la vasta famiglia minoritica si è ritrovata presso la stessa basilica romana per rivivere l’evento giubilare; per l’occasione, papa Francesco ha inviato a tutti i francescani una Lettera augurale e di conferma dell’attuale cammino all’interno della Chiesa.
Nel 1209 Francesco d’Assisi riceveva dal papa Innocenzo III la prima approvazione del suo propositum vitae, e, nel 1223, la conferma della Regola di vita da Onorio III. Da quei primissimi passi dell’ispirazione francescana, in questi otto secoli il carisma ha camminato, si è rinnovato, ha incontrato persone, contesti, sfide, gioie; nel 2013 l’arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio veniva eletto a Vescovo di Roma e assumeva il nome di Francesco. Un nome programmatico per il proprio ministero petrino; nella decisa e inedita direzione di una “Chiesa in uscita”.
La Lettera del Pontefice ai francescani di tutto il mondo – in occasione della lieta ricorrenza – intende rinsaldare i cammini di fede, all’insegna dell’adesione al Vangelo e alla buona testimonianza della universale fraternità dei figli di Dio. Il breve Documento evidenza tre aspetti, ereditati e da custodire per il cammino futuro: la vita evangelica, l’obbedienza alla Chiesa, la presenza nel mondo. Scrive il Papa: «Per San Francesco il Vangelo è stato al centro della sua esistenza; e la Chiesa ne ha approvato il proposito, riconsegnandolo a lui e a tutti voi francescani come un testo che non esprime più soltanto l’intuizione spirituale di un Fondatore, ma una forma di vita. […] È urgente pertanto tornare al fondamento di un impegno cristiano e battesimale, capace di lasciarsi ispirare, in ogni scelta, dalla Parola del Signore: Cristo è il punto focale della vostra spiritualità! Siate uomini e donne che alla Sua scuola apprendano davvero “regola e vita”!». La seconda esortazione del Santo Padre è verso la piena comunione con la Chiesa: «Carissimi, per vivere gli insegnamenti del Maestro è necessario rimanere nella Chiesa. Francesco lo manifesta in maniera decisa. […] In quel legame di “obbedienza e riverenza” al Papa e alla Chiesa di Roma, egli ha riconosciuto un elemento essenziale per la fedeltà alla chiamata e per ricevere Cristo nell’Eucarestia; ecco perché dichiara senza esitare l’appartenenza imprescindibile alla Chiesa. Ebbene, vivete lo spirito della Regola nell’ascolto e nel dialogo, come il cammino sinodale suggerisce di compiere. Sostenete tenacemente la Chiesa, riparatela con l’esempio e la testimonianza, anche quando sembra costare di più!». L’ultima via che papa Francesco indica è quella della fraternità e della costruzione di legami redenti: «Andare per il mondo per voi frati e sorelle francescani significa concretamente realizzare la vocazione itinerante in uno stile di fraternità e di vita pacifica, senza liti o dispute né tra voi né con gli altri, dando prova di “minorità”, con mitezza e mansuetudine, annunciando la pace del Signore e affidandovi alla provvidenza: è uno speciale programma di evangelizzazione, possibile a tutti. In questa prospettiva, è bene riscoprire la bellezza dell’evangelizzazione tipicamente francescana, che nasce da una fraternità per promuovere la fraternità; infatti è la vita a parlare, l’amore donato nel servizio è la più grande modalità di annuncio. Ritrovate perciò la forza in tale peculiare vocazione, propria dei “minori” e dei “poveri”, quali siete per desiderio e per appartenenza. Essa vi è data da Francesco nella sua Regola e sono convinto che è in sintonia con l’invito che rivolgo alla Comunità cristiana di essere “Chiesa in uscita”. […] E dunque vi dico: non esitate ad andare per il mondo in “fraternità” e in “minorità” condividendo la beatitudine della povertà, divenendo un segno evangelico eloquente e mostrando alla nostra epoca, segnata purtroppo da guerre e conflitti, da egoismi di ogni genere e logiche di sfruttamento dell’ambiente e dei poveri, che il Vangelo è davvero la buona notizia per l’uomo affinché ritrovi la direzione migliore per la costruzione di una nuova umanità insieme al coraggio di mettersi in cammino verso Gesù».
Le ultime parole della Lettera aprono alla speranza e alla evangelizzazione: «Cari Fratelli e Sorelle, affido a voi la missione di saper individuare le strade giuste da percorrere per poter corrispondere con audacia e fedeltà al carisma ricevuto». Si tratta di un invito e di un augurio, affinché la vita e il carisma francescano sappiano discernere comunitariamente i segni dei tempi, continuare a cooperare con entusiasmo e freschezza all’opera evangelizzatrice, edificare il regno divino nella fraternità e nella concordia universali, essere un segno tangibile dell’amore divino per tutte le persone umane.