«Gesù è Re, ma il suo regno non è di quel mondo, anche non è di questo mondo (v. 36). Il mondo di Gesù, infatti, è quello nuovo, quello eterno, che Dio prepara per tutti donando la sua vita per la nostra salvezza. È il regno dei cieli, che Cristo porta sulla terra effondendo grazia e verità». Papa Francesco ci aiuta a riflettere sulla regalità del Figlio dell’uomo, in questa XXXIV Domenica del Tempo Ordinario, solennità di nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo.
Il Pontefice spiega ancora: «Il mondo, del quale Gesù è Re, riscatta la creazione rovinata dal male con la forza proprio dell’amore divino, Gesù salva la creazione, perché Gesù libera, Gesù perdona, Gesù dà pace e giustizia. “Ma è vero padre, questo?”- “Sì”. Com’è la tua anima? C’è qualcosa di pesante lì dentro? Qualche colpa vecchia? Gesù perdona sempre. Gesù non si stanca di perdonare. Questo è il Regno di Gesù. Se c’è qualcosa di brutto dentro di te, chiedi perdono. E Lui perdona sempre»; e traduce la regalità del Signore in questi termini: «Gesù è re in quanto è testimone: è Colui che dice la verità. Il potere regale di Gesù, il Verbo incarnato, sta nella sua parola vera, la sua parola efficace, che trasforma il mondo».
La parola “pro-vocatrice” che il Vescovo di Roma ci consegna chiama a meditazione e a conversione: «Fratelli e sorelle, ascoltare il Signore infonde luce nel nostro cuore e nella nostra vita. E allora proviamo a chiederci – ognuno si chieda nel suo cuore –: posso dire che Gesù è il mio “re”? O dentro il cuore ho altri “re”? In che senso? La sua Parola è la mia guida, la mia certezza? Io vedo in Lui il volto misericordioso di Dio che sempre perdona, che sempre perdona, ci sta aspettando per darci il perdono?».
La solennità che abbiamo appena celebrato – a partire dalla pagina evangelica di Giovanni 18,33-37 – ci aiuta a comprendere le scelte e gli atteggiamenti divini; i quali diventano, contemporaneamente, vocazione e missione affidate alla persona umana di ogni tempo. La testimonianza che riceviamo dal Crocifisso è quella di una fede e di un amore incondizionato verso Dio Padre: essi permettono a Gesù Cristo di non scoraggiarsi di fronte alla passione e alla croce, ma gli donano quella forza e pazienza di Colui che rimane Re anche dall’alto della croce. Il Crocifisso di San Damiano esprime proprio questa realtà: la bellezza di una vita donata, nella sofferenza; offerta di sé che genera amore e salvezza universale. Essa ha affascinato e conquistato il cammino di Francesco d’Assisi; e lo ha inviato nel mondo quale apostolo di pace, fraternità, redenzione.