Periodico di informazione religiosa

Il ministero del catechista

da | 30 Mag 2023 | Teologia

Con la Lettera Apostolica Antiquum ministerium papa Francesco istituì, il 10 maggio 2021, il ministero laicale di Catechista, incoraggiando la formazione di coloro che saranno chiamati a svolgere questo prezioso servizio all’interno del corpo ecclesiale.

Lo stesso pontefice scriveva all’inizio del proprio ministero petrino che «tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile» (Evangelii gaudium 14); come anche: «usciamo, usciamo ad offrire a tutti la vita di Gesù Cristo. Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata» (Evangelii gaudium 49). L’ardente desiderio di portare a ogni persona umana il lieto annuncio che nostro Signore Gesù Cristo è il Figlio di Dio che si è incarnato e si è donato a tutti e alla storia dovrebbe arderci dentro; il ministero del catechista è un servizio all’evangelizzazione e alla costruzione del regno divino.

Si tratta di un servizio antico: lo leggiamo all’inizio della Lettera, la quale riprende alcune espressioni della predicazione paolina (cfr. 1Cor 12,28-31; Antiquum ministerium 1). Esso affonda le proprie radici nella vita comunitaria: «la comunione di vita come caratteristica della fecondità della vera catechesi ricevuta» (Antiquum ministerium 1) rimane una peculiarità fondamentale della primitiva Chiesa.

Di quest’ultima, un ulteriore aspetto centrale rimaneva il ruolo dei battezzati – nella loro diffusa forma di ministerialità: per l’edificazione della Chiesa e il servizio alle donne e agli uomini; «all’interno della grande tradizione carismatica del Nuovo Testamento, dunque, è possibile riconoscere la fattiva presenza di battezzati che hanno esercitato il ministero di trasmettere in forma più organica, permanente e legato alle diverse circostanze della vita, l’insegnamento degli apostoli e degli evangelisti» (Antiquum ministerium 2). La storia della evangelizzazione – in tutti i secoli – rivela come l’opera dei catechisti abbia ricoperto sempre un ruolo primario; «non si può dimenticare, l’innumerevole moltitudine di laici e laiche che hanno preso parte direttamente alla diffusione del Vangelo attraverso l’insegnamento catechistico. Uomini e donne animati da una grande fede e autentici testimoni di santità che, in alcuni casi, sono stati anche fondatori di Chiese, giungendo perfino a donare la loro vita. Anche ai nostri giorni, tanti catechisti capaci e tenaci sono a capo di comunità in diverse regioni e svolgono una missione insostituibile nella trasmissione e nell’approfondimento della fede. La lunga schiera di beati, santi e martiri catechisti, che ha segnato la missione della Chiesa, merita di essere conosciuta perché costituisce una feconda sorgente non solo per la catechesi, ma per l’intera storia della spiritualità cristiana» (Antiquum ministerium 3).

La missione catechetica è – fuor di dubbio e in ogni parte del pianeta – la base fondamentale per l’istruzione e la formazione permanente del popolo credente. Oggi anch’essa è chiamata a prendere sempre più coscienza dell’urgenza della evangelizzazione: «fedeltà al passato e responsabilità per il presente sono le condizioni indispensabili perché la Chiesa possa svolgere la sua missione nel mondo. Risvegliare l’entusiasmo personale di ogni battezzato e ravvivare la consapevolezza di essere chiamato a svolgere la propria missione nella comunità, richiede l’ascolto alla voce dello Spirito che non fa mai mancare la sua presenza feconda» (Antiquum ministerium 5).

La fede cristiana – nella sua bellezza, bontà e verità – chiede di essere annunciata a ogni persona umana; con entusiasmo e viva testimonianza. Il catechista è chiamato oggi, in primis «a esprimere la sua competenza nel servizio pastorale della trasmissione della fede che si sviluppa nelle sue diverse tappe: dal primo annuncio che introduce al kerygma, all’istruzione che rende consapevoli della vita nuova in Cristo e prepara in particolare ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, fino alla formazione permanente […] Il Catechista è nello stesso tempo testimone della fede, maestro e mistagogo, accompagnatore e pedagogo che istruisce a nome della Chiesa. Un’identità che solo mediante la preghiera, lo studio e la partecipazione diretta alla vita della comunità può svilupparsi con coerenza e responsabilità» (Antiquumministerium 6).

Il ministero del catechista presuppone, inoltre, un sano discernimento da parte del Vescovo, perché egli possegga una fede profonda, accompagnata da una maturità umana; partecipi attivamente alla vita della comunità ecclesiale; sia capace di accoglienza, generosità, comunione fraterna; riceva la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale, pedagogica. Sia in grado – cioè – di comunicare la fede nella verità.

Il concilio Vaticano II scriveva, con spirito di profezia, nel 1964: «i sacri pastori sanno benissimo quanto i laici contribuiscano al bene di tutta la Chiesa. Sanno di non essere stati istituiti da Cristo per assumersi da soli tutto il peso della missione salvifica della Chiesa verso il mondo, ma che il loro eccelso ufficio consiste nel comprendere la loro missione di pastori nei confronti dei fedeli e nel riconoscere i ministeri e i carismi propri a questi, in maniera tale che tutti concordemente cooperino, nella loro misura, al bene comune» (Lumen Gentium 30); ci auguriamo che ciascuno – nella grande famiglia dei figli di Dio – sia pronto a compiere la propria missione e far fruttificare la personale vocazione per il bene della Chiesa e l’edificazione del regno di Dio, e che ognuno rispetti l’alta dignità di tutti i figli di Dio: desiderati, creati, custoditi, amati, salvati.

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