Periodico di informazione religiosa

Il Natale con Gregorio Magno. Natale del Signore

da | 25 Dic 2023 | Monasteria

Natale del Signore con Gregorio Magno

Oggi il segreto dei misteri è venuto alla luce. Il prologo di Giovanni, che viene proclamato in questo giorno una volta l’anno, è la sintesi di tutto il mistero del Natale. Il senso della festa natalizia è la Parola di Dio venuta tra noi. Questa meraviglia avviene nel grembo di Maria, compiendo una sintesi tra la natura umana e la natura divina. I Padri propagarono questo mistero parlando della divinizzazione dell’uomo. Prende la nostra umanità, per darci, in cambio, la sua divinità. Un’espressione molto audace, ma che ben presto venne accettata: chi riceve la grazia di Cristo, il suo Spirito, è innalzato al livello della vita divina. La gloria di Dio è l’uomo vivente. È successo una volta nella notte di Natale, a Betlemme, ma lo stesso mistero continua in tutta la storia. La grotta è diventata una stanza nuziale, dove lo sposo celeste ha voluto unirsi agli uomini per sostenerli nella loro ascensione dalle profondità alle altezze. Dio si è innamorato della creazione e vuole essere al cuore stesso della creazione: scende per noi dai cieli, affinché noi possiamo salire da lui, alle dimore eterne, dove Cristo è salito per prepararci un posto.

La Sapienza venuta nella carne

Ecco che mentre la chiesa sospira, mentre cerca lo Sposo co-me se fosse assente, subito essa percepisce la sua presenza. Infatti, la grazia del nostro Creatore ha questo potere di farci gioire della sua presenza non appena parliamo di lui cercandolo. Così sta scritto nel Vangelo, che nel momento in cui Cleofa e l’altro discepolo si intrattenevano con lui lungo la via, fu loro concesso di vederlo subito presente. Quando, dunque, la santa Chiesa desidera lo Sposo che deve incarnarsi, subito lo vede presente, quando è ancora assente, e aggiunge: “Sì, i tuoi seni sono più dolci del vino; per al fragranza sono inebrianti i tuoi profumi” (Ct 1,1-2). Il vino era la scienza della legge, la scienza dei profeti. Ma, con al sua venuta, il Signore, volendo predicare la propria sapienza nella carne, l’ha fatta per così dire diventare come del latte nei seni di questa carne; di modo che noi possiamo riconoscere nella sua incarnazione questa sapienza che non potevamo cogliere nella sua divinità. Così non è senza motivo che

vengono lodati i suoi seni: perché la condiscendenza della sua predicazione ha compiuto

nei nostri cuori ciò che l’insegnamento della legge non ha potuto realizzare. Perché la predicazione dell’incarnazione ci ha nutriti più abbondantemente che l’insegnamento della

legge.

Dal Commento al Cantico dei Cantici I, 3

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