L’Avvento con Gregorio Magno. 23 dicembre 2023, terzo sabato di Avvento
Il bambino riceve un nome che nessuno dei parenti aveva mai avuto: Giovanni, il nome designato dall’angelo Gabriele, che significa “il Signore ha fatto grazia”. Un nome che racchiude il suo destino. Nel momento della circoncisione del bambino i familiari vogliono chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria, che era un personaggio importante, un sacerdote. Elisabetta però interviene e si oppone con audacia: non era comune che una donna si opponesse alle pressioni di una famiglia sacerdotale a quel tempo. I familiari allora interrogano Zaccaria, ammutolito dal Signore per la sua incredulità, e scrive su una tavoletta “Giovanni è il suo nome”. Già dal suo nome Giovanni sarà libero dai legami familiari e avrà una missione unica: non sarà schiavo dei progetti familiari, ma sarà un consacrato del Signore. Giovanni sarà una novità rispetto al passato, perché dovrà preparare la via alla novità per eccellenza, che è il Messia.
Dio ci educa con lunghi tempi di preparazione e di silenzio perché impariamo a scoprirlo nella storia e nell’intimo del cuore. L’uomo moderno si lamenta spesso del silenzio di Dio; si esaspera per questo silenzio, ne fa fa temi di libri e di discussioni e non si accorge che, se Dio tace, è proprio perché è l’uomo a parlare. Se Dio tace, è perché l’uomo non è abbastanza umile da stare ad ascoltarlo. Dio parla l’uomo anche con il suo silenzio e lo riconduce alla verità: in ogni epoca ha mandato dei messaggeri, come Elia e Giovanni Battista, per ricordare che Egli è la guida delle vicende degli uomini.
Il Signore viene quando tocca il cuore degli eletti con la presenza della sua grazia
Il Signore viene quando, con la presenza della sua grazia, tocca il cuore degli eletti. Egli sta accanto quando, con il permanere del dono di questa medesima grazia, custodisce le anime che tocca nel dono della grazia da lui concessa. Egli chiama, nel senso che sveglia l’anima eletta perché riceva l’aumento di una grazia più grande. Il Signore viene, ma non sta accanto, quando il cuore dei negligenti è toccato dalla grazia e tuttavia essi non perseverano nel sentimento e nell’amore di questa grazia che li tocca. Egli viene e in qualche modo si rende presente, ma non rimane e si allontana quando, toccati dalla grazia divina del momento, subito decidono di agire bene, e immediatamente rinunciano alla buona intenzione che si era affacciata.
Se questo si riferisce alla forza della contemplazione, il Signore viene e sta accanto quando subitamente tocca con la sua grazia il cuore degli eletti e, dopo averlo toccato, non l’abbandona subito; di modo che, venendo, visita; stando accanto, conferma e, dopo essersi mostrato per la gioia dell’anima diletta, non si ritira prima d’averla saziata con la sua visione. Ma dicendo che il Signore sta accanto, si lascia intendere che verrà il tempo in cui si allontanerà: in realtà, anche se alcune volte con la sua rivelazione sazia per un certo tempo le anime elette, sottrae la dolcezza della sua presenza, affinché desiderino più ardentemente ciò che vien loro sottratto. Il Signore quindi viene quando visita, si ferma rivelandosi soavemente, chiama svegliando all’amore della sua gloria, che manifesta suscitando un più ardente desiderio.
Dal Commento al Primo libro dei Re II, 134-135
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