Il primo messaggio che Papa Francesco ha firmato dal Policlinico Gemelli è datato 26 febbraio ed è rivolto ai partecipanti al corso per responsabili delle celebrazioni liturgiche episcopali del Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. Il corso, che si è tenuto dal 24 al 28 febbraio 2025, ha accolto l’invito formulato nella Lettera Apostolica Desiderio desideravi, a studiare la liturgia, oltre che sotto il profilo teologico, anche nell’ambito della prassi celebrativa.
Con la riforma liturgica il magister caeremoniarum è chiamato a cooperare con il Pastore perché le liturgie che egli presiede nella diocesi risplendano per nobile semplicità, ordine e decoro e favoriscano la fruttuosa partecipazione dei fedeli. Il responsabile delle celebrazioni, dunque, deve essere veramente esperto nella scienza liturgica e conoscere il senso dei riti e il loro valore spirituale. Solo così sarà capace di organizzarli e preparali, perché il rito “è per se stesso norma e la norma non è mai fine a se stessa, ma sempre a servizio della realtà più alta che vuole custodire” (DD 48).
La lettera esprime gioia per l’impegno nello studio della liturgia e sottolinea il ruolo del responsabile liturgico, che non è solo un tecnico delle celebrazioni, ma un maestro di preghiera al servizio della comunità e del Vescovo. Papa Francesco ha evidenziato l’importanza della mistagogia e della sobrietà nelle celebrazioni, avendo cura di evitare inutili sfarzi e protagonismi. La Cattedrale e il Vescovo devono essere esempi di una liturgia autentica, che favorisca l’incontro con Dio e tenga conto delle esigenze del popolo.
Il responsabile delle celebrazioni liturgiche, “come mistagogo, predispone ogni celebrazione con saggezza, per il bene dell’assemblea; traduce in prassi celebrativa i principi teologici espressi nei libri liturgici; affianca e sostiene il Vescovo nel ruolo di promotore e custode della vita liturgica (Caeremoniale Episcoporum, 9). Così coadiuvato, il pastore può condurre dolcemente tutta la comunità diocesana nell’offerta di sé al Padre, a imitazione di Cristo Signore”.
Si ricorda che la liturgia, centro della vita della Chiesa secondo il Concilio Vaticano II, deve essere vissuta con equilibrio tra contemplazione e azione pastorale e, a riguardo, ha richiamato quanto scriveva nel 1964 il primo preside del Pontificio Istituto Liturgico, D. Salvatore Marsili, O.S.B. (1910-1983), che dal 1972 al 1979 fu abate di Santa Maria di Finalpia (Savona). “Con lungimiranza egli invitava a prendere coscienza del messaggio del Concilio Vaticano II, alla luce del quale non è possibile una vera pastorale senza liturgia, perché la liturgia è il culmine a cui tende tutta l’azione della Chiesa”.
©photo Sergio D’Afflitto https://commons.wikimedia.org/wiki/File:2013-06-18_Roma_Policlinico_Gemelli.jpg#/media/File:2013-06-18_Roma_Policlinico_Gemelli.jpg