Ogni anno, il 27 gennaio, il mondo celebra la Giornata della Memoria, un’occasione per ricordare le vittime dell’Olocausto e riflettere su uno dei capitoli più oscuri della storia umana. Questa data simbolica coincide con la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz nel 1945.
Mentre per gli adulti la Giornata della Memoria rappresenta un momento di profonda riflessione, per i bambini in età scolare può essere una sfida affrontare un tema così complesso e doloroso. Tuttavia, è fondamentale avvicinare anche i più piccoli a questa parte della storia, in modo adeguato alla loro età e sensibilità, affinché possano crescere con una consapevolezza storica e con valori di rispetto, tolleranza e giustizia.
Spiegare l’Olocausto ai bambini non significa trasmettere solo dolore o paura, ma cercare di educarli sul valore della memoria e sull’importanza di riconoscere e combattere ogni forma di discriminazione e ingiustizia. La psicoterapeuta dottoressa Chiara Mastrantonio dice: “I bambini sono in grado di processare informazioni che riguardano il bianco e il nero, giusto o sbagliato, questo è il motivo per cui nelle favole è sempre inserito l’elemento malvagio – continua- la strega, la sorellastra, la matrigna. Ma quello che possono fare fatica a elaborare i bambini di oggi che sono iperprotetti (anche se in parte più immersi nell’idea di non essere gli unici al mondo) sono immagini crude che li proiettano immediatamente in un mondo nel quale anche loro avrebbero potuto essere perché si perde il come se (fosse vero) tipico della favola o del cartone animato”.
Per i bambini più piccoli è importante utilizzare un linguaggio semplice e delicato. Non è necessario entrare nei dettagli più crudi o traumatici. Si può iniziare parlando di valori universali come l’amicizia, l’inclusione e il rispetto, spiegando come in passato ci siano state persone che hanno sofferto perché erano diverse o appartenevano a una particolare religione. “L’età scolare è la migliore per poter metabolizzare, ma se in casa si hanno bambini più piccoli che ascoltano i fratelli maggiori, si può utilizzare una modalità di racconto- continua la dottoressa- utilizzando i cattivi delle favole per aiutarli a proiettare le parti difficili da interiorizzare”.
Con i bambini più grandi, che iniziano ad approfondire la storia a scuola, si può affrontare il tema in modo più dettagliato, introducendo concetti come la discriminazione, i diritti umani e l’importanza di opporsi all’ingiustizia. “E’ prezioso raccontare la storia -dice la dottoressa Mastrantonio- per tutti i motivi che sappiamo, ma bisogna scegliere modalità adeguate ed essere disposti a confrontarsi con le domande dei bambini, che a loro servono per dare un posto nella loro mente, a questo nuovo pezzo di puzzle”.
Le storie personali hanno un impatto emotivo e didattico molto forte. I libri possono aiutare i bambini a immedesimarsi e comprendere, attraverso la narrazione, cosa è accaduto durante l’Olocausto. Anche il diario di Anne Frank, nella sua versione adattata per i più giovani, è uno strumento prezioso per spiegare il significato della memoria.
È importante sottolineare non solo il dolore, ma anche gli esempi di coraggio e altruismo che emergono da questo periodo storico. Raccontare storie di persone che hanno aiutato gli ebrei, come Oskar Schindler o Irena Sendler, può essere un modo per mostrare che anche in tempi bui c’è sempre chi lotta per il bene.
Se possibile, organizzare visite a musei, memoriali o luoghi della memoria è un modo tangibile per far capire ai bambini l’importanza di ricordare. Questi luoghi offrono percorsi didattici pensati per diverse fasce d’età e possono rendere la storia più reale e significativa.
Ricordare l’Olocausto non significa solo guardare al passato, ma anche costruire un futuro migliore. Attraverso la Giornata della Memoria, insegniamo ai bambini che ogni persona, indipendentemente dalla sua religione, etnia o cultura, merita rispetto e dignità.
La scuola, insieme alla famiglia, gioca un ruolo cruciale nel trasmettere questi valori. Non si tratta solo di apprendere una lezione storica, ma di sviluppare empatia e un senso di responsabilità civile. I bambini di oggi saranno gli adulti di domani, e solo educandoli alla memoria potremo sperare di costruire una società più giusta e inclusiva.
Come dice Primo Levi:“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.”
Sta a noi garantire che questa conoscenza non venga mai dimenticata.