Ti sei mai chiesto se divertirsi, piuttosto che studiare, sia qualcosa che renda più felici? Forse non esisteresti a rispondere con un “Sì!” a squarciagola, pensando a qualunque cosa ami fare e che ti diverte tantissimo. Dopotutto, a quanti piace davvero studiare? Ma un filosofo come John Stuart Mill (Londra 1806- Avignone 1873) si fermerebbe un attimo a riflettere sulla questione prima di rispondere alla domanda. Perché? Perché per un filosofo la risposta e il senso della questione dipendono dal significato che attribuiamo al concetto di “felicità”. L’attività qui di seguito ci permetterà di riflettere intorno alla felicità in un modo forse nuovo e interessante. La seguente lista rappresenta 8 tipi di attività che potremmo benissimo ritenere appartenenti ad una ipotetica vita “felice”. Stiliamo ora una classifica che va dal punteggio di otto (meno importante) al punteggio di uno (più importante) per le attività segnate, in base al nostro ideale di vita felice. Quale attività è meno importante per essere felici, e quale è invece imprescindibile? Divertiamoci a classificarle. Probabilmente l’attività “andare dal dottore” verrà classificata all’ottavo posto, come la meno importante per una vita felice; è risaputo infatti che sia un’attività non confortevole, scocciante, ma se ci chiediamo il motivo per cui stiamo andando dal medico ci troveremmo di certo a riflettere in modo diverso intorno al concetto di felicità. Man mano che classifichiamo le altre attività ci accorgeremo della difficoltà nel definire il concetto di felicità per i filosofi. Questa attività risulterà più interessante se svolta insieme ad altri, compagni in classe, amici, familiari, o chicchessia. Compariamo con loro al termine dell’attività le classifiche stilate:
- mangiare il tuo piatto preferito ___________________
- fare un gioco _________________________________
- leggere un libro _______________________________
- riflettere tra sé seduti in poltrona __________________
- divertirsi in discoteca con un amico ________________
- aiutare un compagno di classe con i compiti _________
- discutere di una questione importante _______________
- andare dal medico ______________________________
Come hai classificato i punti 1, 2, 5? Sei d’accordo che queste attività dovrebbero essere considerate al primo posto per una vita felice? Per John Stuart Mill la felicità può essere definita come il più grande grado di piacere per il maggior numero di persone. Mill chiama questo principio “utilitarismo”. Tuttavia, se la felicità viene intesa come il maggior grado di piacere possibile condiviso dalla maggior parte delle persone, ciò include anche la minor quantità di dolore. Mill insiste sul fatto che non tutti i piaceri sono identici per valore, ce ne sono alcuni preferibili ad altri (esempio il piacere di apprendere e di conversare). Quindi, per essere felice, come da buon utilitarista, bisognerebbe fare cose non apparentemente divertenti, come studiare, dal momento che studiare ci preparerà a condurre un modo di vita che realizzerà il nostro potenziale nel modo più completo possibile. Certamente potrebbe non essere sempre così divertente studiare, ma se Mill ha ragione, divertimento e felicità non sono la stessa cosa. Inoltre dovremmo agire nel nostro migliore interesse, tenendo conto del migliore interesse delle altre persone, ricordandoci che tutti vogliono essere felici. Di conseguenza, se ci si aiuta, aumenterà anche la quantità totale di felicità. Il pensiero di John Stuart Mill prende avvio da una sofferta reazione all’educazione familiare che il padre James improntò intorno ai principi dell’utilitarismo di Bentham. In contrasto con i rigidi precetti della pedagogia paterna, il giovane John comprende che il carattere individuale non è plasmato solo dalle circostanze esterne e dall’ambiente, ma può essere formato attraverso l’educazione interiore e una certa coltivazione dei sentimenti in modo del tutto autonomo. Mill ha riflettuto anche su un tema particolarmente caro alla storia del pensiero occidentale. in una società è possibile salvaguardare sia la libertà del singolo sia l’uguaglianza tra tutti i cittadini? O siamo costretti a privilegiare un valore rispetto all’altro? Per alcuni l’uguaglianza è più importante, perché se concediamo una totale libertà individuale permettiamo anche che qualcuno possa possedere più di altri. Per altri invece la società deve garantire la libertà individuale perché l’uguaglianza e la fraternità sono dei buoni propositi non applicabili nella realtà.se vogliamo che tutti siano uguali automaticamente limitiamo la libertà dei singoli. Mill, padre del liberalismo inglese e autore del saggio Sulla libertà del 1859, si è interrogato su questo dilemma. Per Mill anzitutto la libertà individuale non deve essere limitata. Poiché non esistono degli assoluti, soprattutto per quanto riguarda le opinioni, anche una breve riflessione permette di concludere che nessuno può essere sicuro di avere sempre e assolutamente ragione. Ciò vale non solo per gli individui ma anche per una maggioranza di persone. Il fatto che tutti gli esseri umani, tranne uno, siano convinti di qualcosa, non significa che abbiano ragione. Quindi, seguendo il ragionamento, Mill ritiene fondamentale non limitare la libertà di opinione perché se la limitiamo, ritenendo di possedere la verità, otteniamo una tirannia, perché imponiamo un’opinione che potrebbe essere sbagliata. Mill è un acceso sostenitore della libertà individuale perché ritiene che permetterà a ognuno di esprimere la propria opinione lascia aperta la possibilità di migliorare il nostre convinzioni.perciò sia la maggioranza, sia la minoranza, beneficiano della libertà del singolo di dire e fare ciò che vogliono. Per il filosofo londinese è fondamentale che una società garantisca la libertà individuale, tuttavia pone un’ eccezione a questa regola: di fatti abbiamo il dovere di fermare chi, nel nome della propria libertà, faccia del male agli altri. Mill mi ispira particolarmente a trasformare le sue questioni etiche e politico-economiche in una serie di domande a cui tutti potremmo e dovremmo rispondere. Vi lascio perciò a questi compiti da svolgere a casa, in famiglia, in classe, tra amici o tra voi stessi, per passare un tempo insieme di diversa e inaspettata qualità :
- la felicità è un’emozione o uno stato in cui ti trovi? In altre parole, si può essere felici senza necessariamente sentirsi felici? Se la felicità è solo un’emozione allora potrebbe essere qualcosa di instabile; ma se è uno stato d’essere, allora potrebbe essere molto più permanente. Per Mill la felicità è un’emozione o uno stato d’essere, o forse entrambe?
- La felicità include sentirsi contenti della propria vita e fare cose buone per gli altri. Sei d’accordo o no?
- Confronta la tua classifica con i tuoi compagni e discutete i punti in comune e le ragioni delle differenze, dopodichè, se volete, stilate una nuova classifica
Come diceva il grande scrittore Bernard Fontanelle “un grande ostacolo alla felicità è aspettarsi troppa felicità”.