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Matteo Berrettini, tennista e campione, ma essere umano

da | 19 Apr 2023 | Cronaca

In questo periodo testate giornalistiche e non, si sono soffermate sul “caso Berrettini” con parole pesanti e giudizi al vetriolo. Il ventiseienne Matteo Berrettini, tennista romano, unico italiano a raggiungere i quarti di finale nei 4 tornei Slam e su 3 superfici diverse (Wimbledon erba, Australian Open e Us Open cemento, Roland Garros terra battuta), primo italiano a qualificarsi nel 2021 per la finale di Wimbledon (la cui prima edizione si svolse nel 1877), primo e unico italiano a vincere nel 2021 e nel 2022 il prestigioso torneo del Queen’s di Londra in preparazione a Wimbledon, la cui prima edizione fu disputata nel 1890, primo ed unico italiano a vincere nel 2019 una partita al Masters-ATP Finals di fine anno, evento che si disputa sin dal 1970, ora è sulle cronache per la sua fidanzata.

Disgraziatamente per lui e per la sua carriera, Matteo Berrettini si è fidanzato con la showgirl Melissa Satta e dato che le sue performance sportive sono leggermente in calo, l’opinione pubblica mette alla gogna la sua dolce metà addossandole la colpa. Melissa Satta rea di distrarre il campione dai suoi propositi atletici non dovrebbe essere la grande donna dietro il grande uomo? Nella nostra società misogina e maschilista che strizza l’occhio al patriarcato, davvero vogliamo dare tutta questa responsabilità a una compagna? È un concetto svilente anche per gli uomini, li additiamo pur non volendo, come quelli che hanno sempre bisogno di una babysitter/assistente personal/badante, fossi un uomo mi offenderei. Vorrei rivendicare il mio orgoglio per i meriti raggiunti senza vivere all’ombra di una donna che ha sacrificato la sua vita per farmi diventare l’uomo che sono. Da donna invece non vorrei mai sottomettermi a una società che mi vuole in secondo piando a fare da trampolino a un uomo che da solo in casa, non trova neanche i propri calzini.

Perciò possiamo per una volta dare la responsabilità a chi spettano davvero? Possiamo riconoscere che uno sportivo a 26 anni dopo tanti traguardi raggiunti abbia un piccolo calo che dipende solo ed esclusivamente da sé stesso? Possiamo e glielo concediamo perché non siamo nessuno per giudicare la vita degli altri. Qualora anche Berrettini decidesse di darsi alla coltivazione di barbabietole con la sua fidanzata, a noi cosa interesserebbe? Si parla tanto del crescere figli felici e non performanti, ma vale solo per i figli degli altri?

Si guarda ai personaggi noti come se fossero degli alieni, pensando che ci sia concesso dire e disfare tutto sulla loro vita, ma non è così, sono persone come noi che hanno famiglia, valori e progetti di vita. In più hanno solo la sfortuna di avere sempre i riflettori addosso, perciò se commettono un errore, anche piccolissimo, subiscono il processo da milioni di persone. Se ci fossero le telecamere a casa nostra saremmo così perfetti ed esenti da critiche? Siamo nell’anno dell’indulgenza, cerchiamo di estenderla a tutti gli ambiti della nostra vita.

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