Perdono e Perdonanza. Verso il Giubileo 2025 è il titolo del volume del cardinale Giuseppe Petrocchi – Arcivescovo emerito di L’Aquila – che è stato presentato sabato mattina, 8 marzo, presso l’auditorium “Benedetto XVI” dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Fides et Ratio” di L’Aquila. Hanno preso parte all’evento – di fede e culturale – l’Arcivescovo di L’Aquila, monsignor Antonio D’Angelo; il cardinale Baldassare Reina, Vicario Generale di Sua Santità Papa Francesco per la Diocesi di Roma; il moderatore dell’evento e curatore del libro, don Claudio Tracanna; l’autore, il cardinale Petrocchi.
A introdurre i lavori – alla presenza delle autorità civili e militari, del clero, delle religiose e dei religiosi operanti in diocesi, dei giornalisti e dei tanti convenuti – è stato l’Arcivescovo D’Angelo. Egli ha riflettuto sulla realtà del perdono, presentandola come «una tenaglia, dalla valenza quotidiana e simile a una medicina. Perdonare ha una valenza universale»; ha parlato di L’aquila come di quella città chiamata a essere «maestra del perdono», e, riproponendo ai presenti alcune espressioni del volume presentato, l’ha dipinta come «la città che passa dall’essere posta tra i monti, al divenire città collocata sul monte». A partire dal libro, l’Arcivescovo ha invitato ciascuno a «fare esperienza della misericordia, per essere misericordiosi». La gioia e l’impegno che ha consegnato ai fedeli e ai presenti nascono da due eventi centrali che l’Arcidiocesi ha conosciuto: la visita pastorale di Papa Francesco e la pubblicazione della Bolla per l’indizione del Giubileo in corso, Spes non confundit, la quale cita anche la Perdonanza celestiniana.
Al cardinale Reina è stata affidata la vera e propria presentazione del nuovo volume. Sua Eminenza vede – in queste pagine – cinque aspetti da tenere bene in considerazione, i quali rimandano alla presenza e all’operato del cardinale Petrocchi in terra aquilana nel decennio 2013-2023.
La prima dimensione che scorge Reina riguarda il rapporto, l’intreccio tra la storia e l’evento ecclesiale; il sisma del 2009 ha generato un lungo periodo di «ricostruzione: materiale, antropologica, morale, sociale, religiosa»; la concretezza quotidiana diventa storia di salvezza; anche da croci pesanti, «Dio può ricavare un bene più grande». Occorre, tuttavia, recuperare quella dimensione “verticale” della storia, che la mondanità ci fa smarrire.
Il secondo aspetto sottolineato da sua eminenza Reina riguarda il rapporto tra la cultura del tempo presente e il lieto annuncio cristiano; la vocazione da incarnare interpella la necessaria «saldatura tra il Vangelo e la cultura»: il Vangelo è Parola viva e attuale; la cultura odierna porta con sé una grave carica di animosità, rivalità, ira. L’orizzonte indicato è quello di una antropologia nuova e di un vissuto rinnovato.
«La Parola divina è pienamente umana. Il Vangelo può fecondare la cultura di questo tempo»: ha sottolineato Reina.
Il terzo tassello messo in evidenza rimanda alla missione profetica della Chiesa, alla sua necessaria freschezza; essa interpella la «purificazione del linguaggio e del cuore». Il frutto maturo rimane quello della testimonianza; primieramente, quella del perdono, ricevuto da Dio, che chiama al perdono di sé, e che genera il perdono agli altri.
Il quarto aspetto indicato da Sua Eminenza chiama all’esercizio della Perdonanza; dal territorio aquilano – benedetto dalla Provvidenza – può generarsi quella responsabilità che diventa luce e impegno quotidiano.
L’ultimo aspetto è quello della «volontà di tracciare un cammino nuovo; essere una Chiesa nuova, una comunità civile rinnovata, una generazione nuova».
«Adesso tocca a noi!»: è l’invito che Reina ha consegnato alla Chiesa aquilana.
L’intervento di chiusura è stato quello dell’autore del libro, il cardinale Giuseppe Petrocchi. Egli ha evidenziato l’evento della Perdonanza come «un tesoro di sapienza teologico, pastorale, culturale, sociale. Perdonare è la chiave per risolvere conflittualità tra gli Stati, nell’interiorità della persona e nelle relazioni».
«Nessuno di noi diviene se stesso senza l’altro»: è l’analisi di Petrocchi; la presente realtà genera, come frutto maturo e redento: la solidarietà, l’equità e la giustizia.
Don Claudio Tracanna ha, poi, ringraziato tutti i presenti: il cardinale Reina per la sua presentazione; l’autore del volume, l’Arcivescovo emerito Petrocchi; monsignor D’Angelo, il quale ha fortemente desiderato la pubblicazione del libro, le autorità che hanno partecipato; i giornalisti presenti e tutti i partecipanti all’evento.