Periodico di informazione religiosa

Rapporto Caritas “Il ritorno delle armi”

da | 15 Dic 2024 | Recensioni

È uscito da pochi giorni il Rapporto Caritas Il ritorno delle armi. Il volume “Il ritorno delle armi. Guerra, informazione, speranza“, a cura di Paolo Beccegato e Walter Nanni per le Edizioni San Paolo, costituisce l’ottava tappa di un percorso di studio sui conflitti dimenticati, avviato da Caritas Italiana nel 2002. Il volume spiega cosa intende Papa Francesco quando parla di terza guerra mondiale a pezzi: ad oggi sono 55 gli Stati che vivono in situazioni di conflitto armato, 4 solo le guerre ad altissima intensità (Myanmar, Sudan, Palestina, Ucraina), 20 i conflitti ad alta intensità, in un anno i morti accertati sono stati più di 170.000 e la spesa militare mondiale è cresciuta per la prima volta in tutti i continenti per un totale di 2.443 miliardi di dollari. I bambini, uccisi o mutilati, sono le prime vittime di questi conflitti. 

La violenza si diffonde oggi tanto quanto l’indifferenza. “Mentre ci muoviamo in un’era di connessioni istantanee”, afferma don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana, “l’indifferenza rimane una scelta che ci separa dalla responsabilità e dall’impegno”. Questo nuovo Rapporto sui conflitti dimenticati “vuole essere, allora, una voce che rompe il silenzio, un richiamo alla consapevolezza e all’azione. Ogni pagina è un invito a non dimenticare, a riportare alla luce storie di sofferenza e di resilienza che non trovano spazio nei nostri schermi”. Frutto di un lungo lavoro di studio portato avanti a cura di un gruppo ristretto di studiosi ed enti accreditati, il volume si concentra sul peso mediatico delle guerre nell’agenda informativa, con particolare interesse agli aspetti umanitari e al legame tra guerra, ambiente e transizione ecologica. È stato presentato in collaborazione con ANSA il 9 dicembre ed è disponibile in libreria a partire dall’11 dicembre. 

La prima parte del Rapporto Caritas è di taglio descrittivo-analitico e intende offrire uno spaccato dei fenomeni e delle tendenze in atto, con particolare riferimento allo scenario geopolitico dello scacchiere internazionale, che vede il ritorno della guerra tra Stati nel continente europeo. Ampio spazio è dedicato poi all’intervento umanitario, a come le organizzazioni si trovano ad agire in uno scenario di guerra caratterizzato da rischi e opportunità, con particolare riguardo al coinvolgimento dei minori in situazioni di conflitto armato. 

La seconda parte del volume costituisce il “cuore” dell’opera e descrive i risultati di una serie di ricerche sul campo condotte ad hoc per il Rapporto. Vengono forniti risultati di un sondaggio demoscopico, realizzato dall’Istituto Demopolis, relativo alla conoscenza dei conflitti. L’attenzione si sposta poi sull’ambiente dei social media. Per l’occasione è stato scelto Instagram, uno dei new media più diffusi, soprattutto in ambito giovanile. La rilevazione online sulla piattaforma ha consentito di rispondere a tre interrogativi: come si parla di guerra su Instagram? Come si parla dei conflitti dimenticati? Chi parla dei conflitti dimenticati? Sempre sull’ambito mediatico si pone il capitolo curato dall’Osservatorio di Pavia, che ha studiato la presenza dei conflitti dimenticati nei contenuti trasmessi dai principali TG italiani negli anni 2022 e 2023. L’Osservatorio ha inoltre approfondito i fattori che favoriscono la copertura telegiornalistica dei conflitti e quanto le notizie hanno messo in rilievo il tema dell’acqua. Un altro capitolo analizza circa 180 video, disegni, fotografie e temi inviati da studenti italiani, dalla scuola dell’infanzia fino alle superiori, che hanno letto e interpretato il tema del conflitto nell’ambito di un concorso indetto da Ministero dell’Istruzione e del Merito e Caritas Italiana. Conclude la seconda parte un’analisi trasversale dei diversi aspetti comunicativi emergenti dalle ricerche riportate nel testo, evidenziando categorie interpretative e aspetti di tendenza.

Il Rapporto, oltre a numerosi approfondimenti, contiene un sondaggio demoscopico relativo alla conoscenza e alla percezione dei conflitti nell’opinione pubblica. Significativo è il numero di italiani che chiedono alla politica di sostituirsi alle armi: il 72% vorrebbe potenziare il ruolo dell’Onu e il 74% non vuole interventi armati ma il ricorso alla mediazione.

Il volume contiene anche una dettagliata descrizione delle esperienze concrete e dei progetti finanziati per lo sviluppo dei popoli dalla Conferenza Episcopale Italiana. La CEI, grazie anche all’8×1000 ha finanziato dal 1° novembre 2018 al 31 ottobre 2024 un totale di 1.351 progetti per la cifra di 243.983.627 euro così ripartiti: 473 progetti in Africa per 103.301.800 euro; 435 progetti in Oceani per 71.445.237 euro; 417 progetti in America per 59.849.172 euro; 23 progetti in Medio Oriente per 9.080.205 euro; 3 progetti in Europa per. 307.213 euro.

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