Tu dagli occhi così puri. Pensieri stravaganti di un povero cristiano, è il titolo del nuovo libro di Mons. Giuseppe Molinari, Arcivescovo emerito di L’Aquila. Il titolo è tratto da un’accorata invocazione a Dio del libro del profeta Abacuc: “Tu dagli occhi così puri che non puoi vedere il male e non puoi guardare l’oppressione, perché, vedendo i perfidi, taci, mentre il malvagio ingoia chi è più giusto di lui?” (Ab 1,13)
Un libro, questo di monsignore Molinari – con in copertina La benedizione di Cristo del Bramantino – che non solo raccoglie una serie di interventi su temi biblici e non, ma che soprattutto testimonia – se pure ve ne fosse bisogno – dell’attenzione che il vescovo emerito di L’Aquila ha avuto, per tutto il corso della sua vita di pastore e di lettore attento e curioso, nei confronti della cultura tout court. Parole di Dio e parole umane si intrecciano in questo percorso, alla ricerca di luoghi di senso e di incrocio tra l’offerta di salvezza che dalla Bibbia giunge all’uomo e la risposta umana, talvolta titubante, talvolta affaticata, ma sempre presente. Poeti come Pavese, romanzieri come Chesterton, teologi come Bultmann… vengono ripresi e restituiti al lettore in maniera originale e profonda, diventando “sentieri” in cui ritroviamo la freschezza della nostra umanità redenta e in ricerca. Del resto lo stesso Papa Francesco ha recentemente sottolineato la potenza spirituale nella letteratura in un documento del 4 agosto 2024: “Quella letteraria è una parola che mette in moto il linguaggio, lo libera e lo purifica: lo apre, infine, alle proprie ulteriori possibilità espressive ed esplorative, lo rende ospitale per la Parola che prende casa nella parola umana, non quando essa si auto comprende come sapere già pieno, definitivo e compiuto, ma quando essa si fa vigilia di ascolto e attesa di Colui che viene per fare nuove tutte le cose (cfr. Ap 21, 5)”.
Nella Prefazione intitolata O Cristo o niente, l’autore dichiara che “al centro di questi poveri pensieri di un povero cristiano c’è una certezza: Gesù di Nazareth è il Figlio di Dio e l’unico Salvatore del mondo. Per questo voglio mettere, come prefazione, la chiara e coraggiosa testimonianza di fede di Italo Alighiero Chiusano, racchiusa nelle sue Preghiere selvatiche.
Voglio essere franco. Non mi interessa un Dio “qualunque”, onnipotente e assoluto fin che vuoi. Meno ancora un Gesù che sia soltanto un profeta […] Il mio motto è Aut Christus aut nihil. È quello il cuore, il Dio figlio di Dio, quello è il centro, il sole che mi illumina, la notte che tutto avvolge e rinfresca, la linfa, il sangue che scorre a dar vita, senso, sapore, allegria – sì, miseriaccia, allegria – a un cosmo che senza di lui sarebbe un incomprensibile ammasso di meraviglia sospesa nel nulla”. Gli angeli non sanno piangere, Lettera a Corrado Augias, Un profeta ribelle e capriccioso, Un moderno Padre della Chiesa, sono solo alcuni dei paragrafi di questo bellissimo libro di meditazioni, concluso da una commovente preghiera a Maria, Regina dei testimoni della fede.
Da sempre attento alla letteratura e alle sue implicanze spirituali, tra le pubblicazioni di mons. Molinari che incrociano letteratura e spiritualità, ricordiamo: O tu, abbi pietà: la ricerca religiosa di Cesare Pavese (Ancora, 2006); Luigi Pirandello. Indagine teologica (Tau, 2011); Il Vangelo secondo Silone (Tau, 2022).