Periodico di informazione religiosa

Semi di speranza. La cura del creato con papa Leone XIV

da | 2 Lug 2025 | Ecologia

Siamo semi di speranza! Lo annunciava Gesù nella sua predicazione; lo ricorda papa Leone XIV alla Chiesa universale, particolarmente nel suo Messaggio per la X Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato.

Il Pontefice ha scritto: «Molte volte Gesù, nella sua predicazione, usa l’immagine del seme per parlare del Regno di Dio, e alla vigilia della Passione la applica a sé stesso, paragonandosi al chicco di grano, che per dare frutto deve morire (cfr Gv 12,24). Il seme si consegna interamente alla terra e lì, con la forza dirompente del suo dono, la vita germoglia, anche nei luoghi più impensati, in una sorprendente capacità di generare futuro. Pensiamo, ad esempio, ai fiori che crescono ai bordi delle strade: nessuno li ha piantati, eppure crescono grazie a semi finiti lì quasi per caso e riescono a decorare il grigio dell’asfalto e persino a intaccarne la dura superficie». Papa Leone XIV ha aggiunto: «Dunque, in Cristo siamo semi. Non solo, ma “semi di Pace e di Speranza”». Egli ha – inoltre – ricordato che, ogni anno, dall’1 settembre al 4 ottobre siamo chiamati a coinvolgerci nella iniziativa ecumenica “Tempo del Creato”, e a collaborare alla redenzione universale: «La giustizia e il diritto, infatti, sembrano rimediare all’inospitalità del deserto. Si tratta di un annuncio di straordinaria attualità. In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina. Ovunque l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche, senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati. Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo: calpestare la giustizia e la pace significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi. È emblematica in tale ambito la sofferenza delle comunità indigene. E non basta: la natura stessa talvolta diventa strumento di scambio, un bene da negoziare per ottenere vantaggi economici o politici. In queste dinamiche, il creato viene trasformato in un campo di battaglia per il controllo delle risorse vitali, come testimoniano le zone agricole e le foreste divenute pericolose a causa delle mine, la politica della “terra bruciata”, i conflitti che scoppiano attorno alle fonti d’acqua, la distribuzione iniqua delle materie prime, penalizzando le popolazioni più deboli e minando la stessa stabilità sociale».

La parola del Vescovo di Roma è forte nella difesa dei poveri e dei sofferenti: «La giustizia ambientale – implicitamente annunciata dai profeti – non può più essere considerata un concetto astratto o un obiettivo lontano. Essa rappresenta una necessità urgente, che va oltre la semplice tutela dell’ambiente. Si tratta, in realtà, di una questione di giustizia sociale, economica e antropologica. Per i credenti, in più, è un’esigenza teologica, che per i cristiani ha il volto di Gesù Cristo, nel quale tutto è stato creato e redento. In un mondo dove i più fragili sono i primi a subire gli effetti devastanti del cambiamento climatico, della deforestazione, e dell’inquinamento, la cura del creato diventa una questione di fede e di umanità. […] Lavorando con dedizione e con tenerezza si possono far germogliare molti semi di giustizia, contribuendo così alla pace e alla speranza. Ci vogliono talvolta anni prima che l’albero dia i suoi primi frutti, anni che coinvolgono un intero ecosistema nella continuità, nella fedeltà, nella collaborazione e nell’amore, soprattutto se quest’amore diventa specchio dell’Amore oblativo di Dio».

Il nostro Istituto Superiore di Scienze Religiose “Fides et Ratio” ha accolto il cammino universale proposto da papa Francesco, sulla scia della cura della casa comune; già da qualche anno stiamo portando avanti corsi e seminari sulla ecologia integrale e su approfondimenti dedicati alla enciclica Laudato si’. Facendo nostri i vari suggerimenti magisteriali, possiamo irrobustire la nostra fede e il nostro abitare la civitas, custodendo valori centrali quali: la giustizia, il bene comune, l’economia civile, la lotta agli sprechi e all’inquinamento, la difesa dei poveri.

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