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All’ONU i discorsi di Papa Francesco e dell’imam di Al-Azhar

by | 15 Mag 2023 | Cronaca

IL CAIRO. Il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha invitato ufficialmente papa Francesco e Grande Imam Ahmed al-Tayyib di Al-Azhar, l’univeristà-moschea spesso definita il Vaticano dell’Islam, per un discorso congiunto a New York: i due leader religiosi dovrebbero pronunciare a giugno un discorso sulla pace al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in un momento storico che vede guerre e conflitti imperversare in tutto il mondo. La conferma è attesa per questo mese.

Si tratta di un ritorno per papa Francesco, che aveva incontrato i membri dell’Assemblea generale dell’ONU a New York nel settembre 2015, sulla scia delle visite degli ultimi pontefici: Paolo VI nel 1965, Giovanni Paolo II per due volte nel 1979 e nel 1995 e Benedetto XVI nel 2008.

Secondo una fonte egiziana i discorsi di Papa Francesco e dell’imam al-Tayyib apriranno una importante sessione del Consiglio prevista per metà giugno nella sede delle Nazioni Unite, dal tema “L’importanza dei valori della fratellanza umana nella promozione e nel sostegno della pace”.‎ Gli Emirati Arabi, che avranno la presidenza del Consiglio di sicurezza, discuteranno di questioni umanitarie urgenti per cercare di compiere seri passi in avanti che pongano fine ai conflitti in corso. I due leader hanno da sempre sostenuto ogni iniziativa di promozione della pace, perciò l’auspicio è che loro presenza possa portare nuova linfa in quei processi ancora fermi. La guerra in Ucraina è ormai al suo secondo anno e il nuovo fronte apertosi in Sudan potrebbe destabilizzare maggiormente la già precaria situazione politica in Africa. Ora, per la prima volta, il Consiglio di sicurezza ospiterà insieme i due leader religiosi: non si tratto solo di portare un messaggio politico, la loro presenza avrà una forte significato morale e religioso in un momento difficile sia per l’Europa, sia per il mondo arabo.

La storia recente dei rapporti tra Santa Sede e mondo islamico ha conosciuto momenti di crisi; il più grave, quello del gennaio 2011, quando il Consiglio dei ricercatori di al-Azhar aveva deciso di sospendere il dialogo con il Vaticano in risposta alle posizioni assunte da papa Benedetto XVI, sia per la controversa lezione tenuta a Ratisbona nel 2006, sia per quella che fu ritenuta un’intromissione negli affari dell’Egitto, in occasione della strage ad Alessandria dinanzi la Chiesa copta dei Santi, nel quartiere di Sidi Bishr. Ma la a visita dell’imam al-Tayeb in Vaticano e il suo primo incontro con Papa Francesco nel maggio 2016 hanno inaugurato un nuovo corso. Sin dall’inizio del suo pontificato nel 2013, Papa Francesco ha sempre cercato di costruire ponti con il mondo islamico, facendo sue le istanze del Concilio Vaticano II, che chiedeva un dialogo aperto con l’Islam. Del resto San Francesco, il santo di Assisi di cui porta il nome, fu strumento di pace e ponte tra Oriente e Occidente. La ripresa dei dialoghi si è concretizzata nel viaggio di Papa Francesco in Egitto nel 2017; da allora si sono svolti diversi incontri tra il Grande imam e il Papa, culminati nel 4 febbraio 2019, quando i due leader hanno firmato e presentato al mondo da Abu Dhabi, capitale degli Emirati, il “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”.

Un documento che invita tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e lavorare insieme per la pace, la libertà e la giustizia. L’evento ebbe grande risonanza, tanto che l’Assemblea Generale dell’ONU adottò il documento, invitando la Comunità Internazionale a celebrare il 4 febbraio come la “Giornata internazionale della fratallenza umana”.

Padre Rafic Greiche, portavoce della Chiesa Cattolica in Egitto e direttore del settimanale ‘Le Messager’, ha detto al quotidiano Al-Monitor che l’invito a tenere un discorso alle Nazioni Unite giunge come il coronamento di quegli incontri, che hanno portato alla firma del “Documento sulla Fratellanza Umana”.

Le Nazioni Unite hanno costituito un Comitato internazionale, composto da alcuni leader di chiese e istituzioni islamiche: l’obiettivo è avviare un dialogo con i governi, in modo da integrare i principi contenuti nello storico documento, che chiede la fine della violenza e dell’estremismo su base religiosa. I simboli di riconciliazione da parte dei leader religiosi sono più che mai necessari in tempi di guerre e di crisi economiche, considerando che la religione gioca un ruolo centrale nella vita degli uomini e delle donne in Egitto e in tutto il Medioriente. Greiche ha anche sottolineato l’importanza dell’incontro, avvenuto negli scorsi giorni, tra Papa Tawadros II della Chiesa copta in Egitto e Papa Francesco. Un esempio di questa accoglienza è stata la possibilità data a Tawadros II di celebrare la Divina Liturgia della domenica, con le comunità copte di Roma e Torino, sull’altare papale della Basilica di San Giovanni in Laterano. Qui l’Ambasciatore egiziano in Italia, Bassam Rady ha richiamato l’attenzione sul valore della Chiesa copta e dell’Università di Al-Azhar Al-Sharif, descrivendo le due istituzioni come pilastri del paese.

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