Guardo il telefono, scorro qualche reels no sense su Tik Tok. Ci ripenso. Perché ho scelto Buddha? Ripenso al Buddha delle statue in oro, al Baggio con la maglia della Juventus e al Baggio ora in pensione che colleziona le oche come nel documentario sulla felicità di Alessandro Cattelan. Perché associamo il buddismo al Giappone o alla Cina mentre era Indiano? Tik Tok è cinese. Il mio telefono è cinese. Contemporaneo di Buddha, sempre nel VI sec. a.C., ma stavolta nel vastissimo Impero Cinese, vive un filosofo ed educatore, davvero cinese, completamente made in China: Confucio. Ecco! Avrei dovuto parlare di lui a quel ragazzo! Per Confucio le relazioni sociali sono in stretto rapporto con le relazioni familiari. Se in famiglia c’è discordia, non ci si sente amati, si subisce violenza o si inseguono falsi miti di successo e ricchezza, si tenderà a riprodurre questo modello nelle relazioni esterne. La parola libertà sappiamo derivare dal latino liber, che significa figlio, così per Confucio la grande domanda che dovremmo porci è “a chi vorremmo appartenere?”, per scoprire che per essere davvero liberi dobbiamo imparare a riconoscere o scegliere i nostri superiori. Il controllore mi interrompe i pensieri: “Buongiorno. Biglietto prego”. Senza guardarlo, senza rispondere al saluto, mantenendo lo sguardo attaccato alle chiappe di una donna sovrappeso che cade dal cubo mentre fa gli air squat jump in palestra, in un video sul telefono, metto la mano nella tasca inferiore del mio fjall raven nero, cerniera sempre aperta, tiro fuori l’abbonamento cartaceo mostrando al controllore il qr code. “Grazie” risponde, e continua il suo giro. Lui, voce serena, diligente, starà sicuramente facendo bene il suo lavoro. Rifletto. Rifletto sulla mia maleducazione. Non l’ho degnato di uno sguardo né di un sorriso né di una parola. Sono stato maleducato. Ma in generale sono una persona maleducata? Mi capita di non rispondere al sorriso dei runners, per lo più signore che amano correre come me sul lungomare la sera, che ti capita di incrociare e ti sorridono o ti fanno un cenno col capo. Non lo faccio a posta. Non me l’aspetto mai che possano salutarmi, mi prendono in contro tempo. Non ho ossigeno al cervello. Ma io a chi sento di appartenere? E tu? A chi senti di appartenere? Il controllore intanto alza la voce, parole indistinte, vengono dal fondo del treno, soliti guazzabugli sicuramente, anche se non capitano poi così tanto di frequente, dove qualcuno non ha il biglietto e il controllore invita il passeggero caldamente a parole a scendere, se questo oppone resistenza. Odio queste scene. Parteggio sempre per il controllore. E’ un lavoro, il suo, che non farei mai. Ma in realtà faccio un lavoro simile, per molti aspetti. Il controllore è il superiore del treno, è l’insegnante a scuola, ti dice dove non puoi mettere i piedi e controlla se hai fatto i compiti quando vuole vedere il biglietto.
Per evitare conflitti e danni altresì all’economia e alla moralità del suo popolo, Confucio ha cercato un modo per far convivere in modo pacifico gli uomini, avendo come campo d’azione un grande e variegato impero come quello Cinese del VI sec a.C. E ha cercato un modello di riferimento proprio nel rispecchiamento delle relaioni tr famiglia e società. Ognuno, per amore di sé, degli altri, e del mondo, deve imparare a ricoprire e assolvere al meglio il proprio ruolo in questa esistenza. Cosa significa questo? Che in famiglia, come nella società, e così come in natura, si è sempre subalterni, dipendenti, in relazione asimmetrica rispetto ad un altro. Con termini un po’ grezzi ma reali, ognuno di noi, nei diversi ambiti e momenti della vita, è superiore a qualcuno in qualcosa e inferiore ad altri in altrettante materie. L’atteggiamento con il quale si vive la propria superiorità e diversità saranno determinanti per un buon funzionamento della società e della convivenza pacifica. Per Confucio l’inferiore deve avere verso il superiore una relazione di fiducia, rispetto e lealtà. Il superiore invece, consapevole del suo potere e dell’eredità da lasciare, con cura e diligenza saprà rapportarsi in maniera dignitosa e intelligente suo inferiore, in una catena di corresponsabilità. E a te è mai capitato di rispondere male ad un tuo superiore? Come ti ha fatto sentire?