In questa XXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A – papa Francesco ci esorta e meditare sulla domanda che nostro Signore Gesù Cristo pone ai propri discepoli: «Ma voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15). Francesco sottolinea la centralità di questo interrogativo: «È una domanda che possiamo farci anche noi: cosa dice la gente di Gesù? In genere cose belle: molti lo vedono come un grande maestro, come una persona speciale: buona, giusta, coerente, coraggiosa… Ma questo basta per capire chi è, e soprattutto basta a Gesù? Sembra di no. Se Egli fosse solo un personaggio del passato – come lo erano per la gente del tempo le figure citate nello stesso Vangelo, Giovanni Battista, Mosè, Elia e i grandi profeti – sarebbe solo un bel ricordo di un tempo che fu. E questo a Gesù non va»; e continua ricordandoci: «Cristo, fratelli e sorelle, non è un ricordo del passato, ma il Dio del presente. Se fosse solo un personaggio storico, imitarlo oggi sarebbe impossibile: ci troveremmo davanti al grande fossato del tempo e soprattutto di fronte al suo modello, che è come una montagna altissima e irraggiungibile; vogliosi di scalarla, ma privi della capacità e dei mezzi necessari. Invece Gesù è vivo: ricordiamo questo, Gesù è vivo, Gesù vive nella Chiesa, vive nel mondo, Gesù ci accompagna, Gesù è al nostro fianco, ci offre la sua Parola, ci offre la sua grazia, che illuminano e ristorano nel cammino: Egli, guida esperta e saggia, è felice di accompagnarci nei sentieri più difficili e nelle scalate più impervie».
L’accento è posto dal Pontefice – a partire dalla liturgia della Parola di questa Domenica – sul mistero del nostro Dio che è realmente presente nella storia mondana, abita con noi, cammina al nostro fianco, geme e spera con gli aneliti di ogni persona umana: «Cari fratelli e sorelle, sulla strada della vita non siamo soli, perché Cristo è con noi, Cristo ci aiuta a camminare, come ha fatto con Pietro e con gli altri discepoli. […] Non scoraggiamoci se a volte la cima della vita cristiana sembra troppo alta e la via troppo ripida. Guardiamo a Gesù, sempre; guardiamo a Gesù che cammina accanto a noi, che accoglie le nostre fragilità, condivide i nostri sforzi e appoggia sulle nostre spalle deboli il suo braccio saldo e gentile. Con Lui vicino, anche noi tendiamoci la mano gli uni gli altri e rinnoviamo la fiducia: con Gesù quel che da soli sembra impossibile non lo è più, con Gesù si può andare avanti!».
Se i racconti delle origini del mondo ci dicono di un Creatore che passeggia nel giardino, anche dopo il primo peccato della storia (cfr. Gn 3,8), la pienezza dei tempi rivela che «il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1,14). A vantaggio di ogni persona umana – pensata, desiderata, redenta, amata gratuitamente – il Figlio di Dio diviene «la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Anche la riflessione ecclesiale e magisteriale sottolinea la certezza che «piacque a Dio nella sua bontà e sapienza rivelarsi in persona e manifestare il mistero della sua volontà (cfr. Ef 1,9), mediante il quale gli uomini per mezzo di Cristo, Verbo fatto carne, hanno accesso al Padre nello Spirito Santo e sono resi partecipi della divina natura (cfr. Ef 2,18; 2Pt 1,4). Con questa Rivelazione infatti Dio invisibile (cfr. Col 1,15; 1Tm 1,17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cfr. Es 33,11; Gv 15,14-15) e si intrattiene con essi (cfr. Bar 3,38), per invitarli e ammetterli alla comunione con sé» (concilio Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla divina Rivelazione Dei Verbum 2). Ne siamo certi, e lo esperiamo quotidianamente: il nostro Dio non è solo l’Onnipotente, il Creatore; Egli è nostro fratello nel pellegrinaggio terreno; è nella Parola che ascoltiamo e preghiamo; è il Pane di cui sacramentalmente ci nutriamo; è in mezzo all’assemblea che si riunisce nel suo nome; è nel povero, nel bisognoso, nel carcerato, nel nudo, nell’affamato, nello straniero (cfr. Mt 25 31,45). La presente meditazione domenicale di papa Francesco, infatti, pone fortemente l’accento sulla fraternità, gli altri-da-sé; su quella prossimità nel bene che edifica la