Periodico di informazione religiosa

Il servizio e la lode a Dio. L’Angelus di papa Francesco nel giorno dell’Assunta

by | 16 Ago 2023 | Teologia

I due aspetti mariani che papa Francesco ha messo in evidenza – durante la preghiera dell’Angelus il giorno della solennità di Maria Santissima Assunta in cielo – sono stati il servizio e la lode: «il servizio al prossimo e la lode a Dio. Ambedue le cose: Maria è la donna del servizio al prossimo e Maria è la donna che loda Dio». Lei è la piena di grazia che, prescelta e custodita dalla bontà divina, non ha nascosto gelosamente – tenendolo per sé – il tesoro delle meraviglie divine, ma è stata pronta a correre, a donarsi, a peregrinare nella fede. Nella Madonna la Chiesa – e ogni cristiano – contempla la propria vocazione divina, quella, cioè, di ricongiungersi pienamente con Dio-Trinità-Amore: vivere in questo mondo, protagonisti della storia, con i piedi ben radicati sulla Terra, ma costantemente proiettati nella vita beata, nell’eternità divina.

La solennità appena celebrata è la festa di ogni persona umana redenta dalla misericordia e chiamata alla missione di cooperare all’universale disegno di salvezza. La liturgia ci ha fatto pregare con questa certezza: «Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore,è stata assunta nella gloria del cielo. In lei, primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza» (Prefazio). La «donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle» (Ap 12,1) è l’immagine della Chiesa che, trionfante della gloria del suo Signore, regna, con le armi della croce, sul male e sulla morte; Maria è la prima creatura che rivela la piena redenzione divina, che desidera rinnovare ogni cammino umano. Il concilio Vaticano II ci presenta Maria come la madre e il modello della comunità credente: «La beata Vergine, per il dono e l’ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio redentore e per le sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la Chiesa: la madre di Dio è figura della Chiesa, come già insegnava sant’Ambrogio, nell’ordine cioè della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Infatti nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine, la beata vergine Maria occupa il primo posto, presentandosi in modo eminente e singolare quale vergine e quale madre. Ciò perché per la sua fede ed obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio di Dio, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo, come una nuova Eva credendo non all’antico serpente, ma, senza alcuna esitazione, al messaggero di Dio. Diede poi alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra i molti fratelli (cfr. Rm 8,29), cioè tra i credenti, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre» (costituzione dogmatica su la Chiesa Lumen Gentium 63).

Papa Francesco – durante la preghiera dell’Angelus – sottolineava queste due importanti dimensioni, ricordandoci: «Il servizio. È quando ci abbassiamo a servire i fratelli che andiamo in alto: è l’amore che eleva la vita. Andiamo a servire i fratelli e con questo servizio andiamo “in alto”. Ma servire non è facile: la Madonna, che ha appena concepito, percorre quasi 150 chilometri per raggiungere, da Nazaret, la casa di Elisabetta. Aiutare costa, a tutti noi. Lo sperimentiamo sempre nella fatica, nella pazienza e nelle preoccupazioni che il prendersi cura degli altri comporta. Pensiamo, ad esempio, ai chilometri che tanti percorrono ogni giorno per andare e tornare dal lavoro e svolgere molte mansioni a favore del prossimo; pensiamo ai sacrifici di tempo e di sonno per accudire un neonato o un anziano; e all’impegno nel servire chi non ha da ricambiare, nella Chiesa come nel volontariato. Io ammiro il volontariato. È faticoso, ma è salire verso l’alto, è guadagnare il Cielo! Questo è servizio vero. Però il servizio rischia di essere sterile senza la lode a Dio. Infatti, quando Maria entra in casa della cugina, loda il Signore. Non parla della sua stanchezza per il viaggio, ma dal cuore le prorompe un cantico di giubilo. Perché chi ama Dio conosce la lode. E il Vangelo oggi ci mostra “una cascata di lode”: il bambino sussulta di gioia nel grembo di Elisabetta (cfr Lc 1,44), la quale pronuncia parole di benedizione e “la prima beatitudine”: «Beata colei che ha creduto» (Lc 1,45); e tutto culmina in Maria, che proclama il Magnificat (cfr Lc 1,46-55). La lode aumenta la gioia. La lode è come una scala: porta in alto i cuori. La lode eleva gli animi e vince la tentazione di abbattersi. Avete visto che la gente noiosa, quella che vive del chiacchiericcio, è incapace di lodare? Domandatevi: io sono capace di lodare? Quanto fa bene lodare ogni giorno Dio, e anche gli altri! Quanto fa bene vivere di gratitudine e di benedizione anziché di rimpianti e lamentele, alzare lo sguardo verso l’alto invece che tenere il muso lungo! Le lamentele: c’è gente che si lamenta tutti i giorni. Ma guarda che Dio è vicino a te, guarda che ti ha creato, guarda le cose che ti ha dato. Loda, loda! E questo è salute spirituale. Servizio e lode».

Nella Madonna Assunta in cielo abbiamo la strada da seguire quotidianamente, il modello di virtù da imitare, la fede da fare nostra, la speranza che rafforza lo stare sotto la croce, la carità che ci spinge al servizio degli altri, specialmente dei più poveri: «Mentre la Chiesa ha già raggiunto nella beatissima Vergine quella perfezione, che la rende senza macchia e senza ruga (cfr. Ef 5,27), i fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria, la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli eletti. La Chiesa, raccogliendosi con pietà nel pensiero di Maria, che contempla alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più profondamente nel supremo mistero dell’incarnazione e si va ognor più conformando col suo sposo. Maria infatti, la quale, per la sua intima partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per così dire e riverbera le esigenze supreme della fede, quando è fatta oggetto della predicazione e della venerazione chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e all’amore del Padre. A sua volta la Chiesa, mentre ricerca la gloria di Cristo, diventa più simile al suo grande modello, progredendo continuamente nella fede, speranza e carità e in ogni cosa cercando e compiendo la divina volontà» (costituzione dogmatica su la Chiesa Lumen Gentium 65).

In questo giorno di festa, mariano e cristiano, vogliamo fare nostra la preghiera che la liturgia ci consegna, affinché ci ricordiamo sempre di essere viandanti in questa storia, figli di Dio, benedetti e inviati nel mondo per l’edificazione del regno divino: «Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’Immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria».

 

 

© photo Paris Orlando

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