«Dio è venuto ad abitare la nostra vita con i suoi problemi»: è stata questa una delle espressioni utilizzate da papa Francesco durante la preghiera dell’Angelus di questa ultima Domenica dell’anno civile, dedicata alla santa Famiglia di Nazaret.
A partire dal brano del Vangelo proposto dalla liturgia – quello di Luca 2,22-40 –, il Pontefice ci ha fatto meditare sul fatto che Dio,incarnandosi, ha scelto davvero la nostra misera condizione umana, le nostre povertà, le croci: «Lui ci ha salvato così: non è venuto già adulto, ma piccolissimo; ha vissuto in famiglia, figlio di una mamma e di un papà; lì ha trascorso la maggior parte del suo tempo, crescendo, imparando, in una vita fatta di quotidianità, nascondimento e silenzio. E non ha evitato le difficoltà, anzi, scegliendo una famiglia, una famiglia “esperta nel soffrire”, e dice alle nostre famiglie: “Se vi trovate in difficoltà, io so che cosa provate, l’ho vissuto: io, mia madre e mio padre l’abbiamo provato per dire anche alla vostra famiglia: non siete soli!”».
L’accento posto dal Papa è stato sulla dimensione dello stupore: «Giuseppe e Maria “si stupivano delle cose che si dicevano di Gesù” (cfr Lc 2,33), perché non pensavano che ci fossero il vecchio Simeone e la profetessa Anna a dire queste cose. Si stupivano. E voglio fermarmi su questo oggi: sulla capacità di stupore. La capacità di stupore è un segreto per andare avanti bene in famiglia. Non abituarsi all’ordinarietà delle cose. Sapersi anzitutto stupire di Dio, che ci accompagna»; Francesco suggerisce questa prospettiva esistenziale a tutte le famiglie, consigliando loro: «Penso che è bene nella coppia sapersi stupire del proprio coniuge, ad esempio prendendolo per mano e guardandolo negli occhi alla sera per qualche istante, con tenerezza: lo stupore ti porta alla tenerezza, sempre. È bella la tenerezza nel matrimonio. E poi stupirsi del miracolo della vita, dei figli, trovando il tempo per giocare con loro e per ascoltarli. Domando a voi, padri e madri: trovate del tempo per giocare con i figli? Per portarli a passeggiare? […] E stupirsi, infine, della propria storia d’amore – ognuno di noi ha la propria: il Signore ci ha fatto camminare con amore, stupirsi di questo. La nostra vita ha sicuramente degli aspetti negativi, ma stupirsi anche della bontà di Dio di camminare con noi, anche se noi siamo così inesperti».
Esperiamo – specialmente negli ultimi decenni – come le fondamenta del tradizionale modello familiare stiano enormemente vacillando: nuove modalità di concepire la famiglia hanno preso piede nella società, la comprensione e il dialogo sono diventati dinamiche poco frequentate, la misericordia e l’umiltà abitano scarsamente le nostre relazioni. A partire dai sentimenti e dagli atteggiamenti della santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, ci auguriamo che possiamo rinsaldare i nostri passi alla scuola della sapienza umano-divina; divenendo – nello stesso tempo – testimoni credibili di quell’amore fedele ed eterno che si è incarnato nella storia e nella nostra vita.