La Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea (COMECE) ha pubblicato venerdì 31 maggio 2024 un documento dal titolo “Rafforzare la cultura della democrazia attraverso i valori”. Questo documento, sviluppato dalla Commissione Etica della COMECE, offre una prospettiva etica sul ruolo cruciale che i valori svolgono nel consolidare e promuovere la democrazia in Europa, garantendone la continuità per le generazioni a venire.
La Chiesa Cattolica, come attore importante all’interno della società europea, non può rimanere indifferente alle prossime elezioni dell’8-9 giugno: il successo del progetto europeo, ribadiscono i vescovi, non può dipendere solo dagli andamenti economici e dal progresso scientifico e tecnologico, ma anche dall’accettazione di una serie di diritti e valori fondamentali, come la dignità umana, i diritti umani, la libertà, l’assenza di discriminazioni, il perseguimento del bene comune, la sussidiarietà, la giustizia, la tolleranza, l’inclusione, la solidarietà, l’equità e non ultima la libertà religiosa, che danno sostanza pratica alla democrazia. La Chiesa, nel sostenere il sistema europeo fondato sulla doppia legittimità democratica di unione di stati e di cittadini, ha come obiettivo principe quello di contribuire al benessere e allo sviluppo integrale di ogni persona umana, evitando quei rischi segnalati da Papa Francesco in Fratelli Tutti 14: “Un modo efficace di dissolvere la coscienza storica, il pensiero critico, l’impegno per la giustizia e i percorsi di integrazione è quello di svuotare di senso o alterare le grandi parole. Che cosa significano oggi alcune espressioni come democrazia, libertà, giustizia, unità? Sono state manipolate e deformate per utilizzarle come strumenti di dominio, come titoli vuoti di contenuto che possono servire per giustificare qualsiasi azione“.
Il documento richiama alcuni principi guida: la partecipazione a un dibattito politico che sia trasparente e onesto, perché i cittadini dovranno votare i membri del Parlamento secondo coscienza, seguendo i loro standard etici e politici e le loro convinzioni; la libertà di espressione nella sfera pubblica, essenziale per tutelare la verità e la trasparenza delle informazioni, in una società altamente digitalizzata; la sussidiarietà, prerequisito essenziale che affonda le sue radici nell’etica sociale cristiana, secondo cui l’UE può solo regolamentare quei settori che non possono essere regolamentati meglio a livello regionale o degli Stati membri dell’UE; l’allargamento dell’Unione: i vescovi della COMECE sostengono che il futuro allargamento ai nove paesi ufficialmente candidati è un’occasione per aggiornare “l’idea di un’Europa unita e radicata nella solidarietà pratica”, nonché una “riflessione profonda sulla nostra base di valori comuni e i legami che ci uniscono come famiglia europea”. In effetti tale allargamento porterà a una sfida significativa riguardo le norme del Parlamento Europeo e della Commissione Europea, che dovranno essere necessariamente riviste, insieme a alle questioni di bilancio richieste per l’adesione dei paesi candidati.
In un mondo sempre più connesso, ma paradossalmente sempre più culturalmente frammentato, incomprensioni e conflitti non fanno altro che esacerbare le divisioni. La promozione di una cultura aperta, trasparente e onesta e il dialogo all’interno delle diversità culturali sono la via da seguire per colmare le divisioni, costruire un senso di solidarietà tra le comunità e rafforzare la resilienza democratica con la partecipazione attiva di tutti i soggetti interessati. Questo era l’auspicio di Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, quando parlava di una cultura dell’incontro: “diventare un popolo è qualcosa di più, e richiede un costante processo nel quale ogni nuova generazione si vede coinvolta. È un lavoro lento e arduo che esige di volersi integrare e di imparare a farlo fino a sviluppare una cultura dell’incontro in una pluriforme armonia“. Cultura, dunque, dialogo, inclusività e una coesistenza pacifica che costruisca una comprensione comune: queste sono le pietre angolari per il futuro della democrazia in Europa.