Emiliano Colomasi classe 1976 giornalista, scrittore, musicologo, autore di programmi radiofonici e televisivi, autore del blog satirico “Archimete Pitacorico – talmente provinciale da essere universale”, nel 2021 pubblica con Scatole parlanti “Fase zero Il nanno col giubbotto blu” e ci fa fare un salto nel periodo del covid durante il lockdown.
Il libro racconta il rapporto tra due mondi diversi ma paralleli: il narratore che dal suo balcone con affaccio sul lungomare di Levante a Ortigia (Sr) rispettando le regole osserva la vita di un uomo, il “nanno” -in siciliano un nomignolo affettuoso che indica un anziano- e della sua comitiva che durante il periodo del lockdown mentre una gran parte della popolazione rispettava le regole di clausura, spadroneggiava in giro come nulla fosse senza avere neanche la decenza di nascondersi.
Il nanno indossa un giubbotto blu e sembra essere il capo di una combriccola di disobbedienti e lo vediamo in copertina con l’illustrazione di Giuseppe Anzalone e fotografia di Salvatore Ferrara.
“Tutto è cominciato da un giorno all’altro. – scrive l’autore – Prima solo una eco in sporadici servizi in tv dove il rischio sembrava limitato all’Asia, poi, in meno di una settimana, la situazione era precipitata, i media non parlavano d’altro, il Coronavirus era diventato argomento principale, ognuno diceva la sua e anche Sebastiano, il vecchio pescivendolo di Ortigia aveva una sua teoria in merito…”.
Colomasi così ci fa tuffare in un passato che anche se non piacevole da ricordare (a fine 2023 abbiamo superato la soglia di 7 milioni di morti da Covid 19 dato Oms) risveglia in noi ricordi sopiti come se avessimo vissuto in un sogno lucido o visto un film in dormiveglia. Piano piano riaffiorano alla mente i ricordi delle teorie, conflitti, negazionisti, catastrofisti e fantasisti, ognuno diceva la sua dall’alto della propria convinzione. Dibattiti acerrimi anche a distanza tra un balcone e l’altro.
In tutto questo marasma l’autore riesce descrivere episodi di vita quotidiana talmente realisticamente che a volte ci si immagina di essere nella sua deliziosa casa alla ricerca di un nascondiglio per l’eventuale esplosione della pentola a pressione, o si riesce a sentire il rumore dei tasti sul pc mentre aggiorna il suo blog, a volte se si è molto attenti si riesce persino a sentire il profumo di Bruna,neonata, linda e pinta dopo il suo bagnetto che respira la brezza di mare sul balconcino nella sua ora d’aria. “Da circa un mese eravamo bloccati in casa e io continuavo a rimuginare e a disperarmi non tanto per la sorte mia o di Donatella, che siamo adulti e comunque impegnati in una miriade di cose, ma piuttosto per la bambina. -scrive Colomasi- Stava per compiere 5 mesi e io avevo immaginato per lei una primavera di passeggiate in riva al mare e gite fuoriporta…. Non certo la striminzita ora d’aria sul balcone di casa”.
A margine di queste parentesi di dolcezza il protagonista instaura un rapporto di amore/odio con il nanno e inizia morbosamente ad appuntare sul suo taccuino tutti gli spostamenti di quest’uomo col giubbotto blu. Inizialmente un rapporto di disistima reciproca che poi si avvicenderà in una relazione quasi filiale: tra padre e figlio adolescente ribelle e irriconoscente. Il nanno gli porterà regali, gli presenterà sua moglie in una surreale vita vissuta nel pieno della libertà, mentre il narratore è costretto in casa dalla legge che sembra non avere giurisdizione nella vita dell’anziano.
Il finale ironico e sorprendente lascia al lettore il senso di soddisfazione e rivincita di cui ha avuto bisogno fin dalla prima pagina.
Dedicato “ A quelli che si sentono fregati, quelli che ci hanno provato; quelli che scappano via e quelli che rimangono qui”.