Nella solennità di Tutti i Santi papa Francesco ci ha fatto meditare, durante la preghiera dell’Angelus, sulla realtà della santità. Egli l’ha declinata secondo una duplice prospettiva: come un dono divino e come una risposta libera della persona umana che dice di un cammino percorribile; ha detto, infatti: «Un dono e un cammino. Anzitutto un dono. La santità è un dono di Dio che abbiamo ricevuto con il Battesimo: se lo lasciamo crescere, può cambiare completamente la nostra vita. I santi non sono eroi irraggiungibili o lontani, ma sono persone come noi, sono i nostri amici, il cui punto di partenza è lo stesso dono che abbiamo ricevuto noi: il Battesimo. Anzi, se ci pensiamo, sicuramente ne abbiamo incontrato qualcuno, qualche santo quotidiano, qualche persona giusta, qualche persona che vive la vita cristiana sul serio, con semplicità. […] La santità è un dono offerto a tutti per una vita felice. E del resto, quando riceviamo un dono, qual è la prima reazione? È proprio che siamo felici, perché vuol dire che qualcuno ci vuole bene; e il dono della santità ci fa felici perché Dio ci vuole bene».
L’essere santi rivela pienamente un impegno vissuto con amore e fedeltà, una libera adesione alla grazia e allo Spirito che bussa alla porta del cuore di ogni figlio di Dio; Francesco ci ha detto: «Ma, ogni dono, però, va accolto, e porta con sé la responsabilità di una risposta, un “grazie”. Ma come si dice questo grazie? È un invito a impegnarsi perché non vada sprecato. […] E per questo – veniamo al secondo punto – la santità è anche un cammino, un cammino da fare insieme, aiutandoci a vicenda, uniti a quegli ottimi compagni di cordata che sono i Santi».
Il Papa ha indicato i Santi come compagni di viaggio, nel quotidiano pellegrinaggio della fede; come testimoni di un amore eterno che non abbandona e custodisce ognuno nel bene; come intercessori presso Dio, affinché non si stanchi mai di elargire la sua infinita misericordia.
Al termine delle sue riflessioni, il Vescovo di Roma ci ha lasciato una provocazione, pronunciando queste parole: «La santità è un cammino, è un dono. Allora possiamo chiederci: mi ricordo di aver ricevuto in dono lo Spirito Santo, che mi chiama alla santità e mi aiuta ad arrivarci? Io ringrazio lo Spirito Santo per questo, per il dono della santità? Sento vicini i santi, parlo con loro, mi rivolgo a loro? Conosco la storia di alcuni di essi? Ci fa bene conoscere le vite dei santi e lasciarci muovere dai loro esempi. E ci fa tanto bene rivolgerci a loro nella preghiera».
Nel 2018 papa Francesco donò alla Chiesa universale una Esortazione apostolica, dedicata proprio alla chiamata alla santità: “Gaudete et exsultate”. In essa egli indicava a ogni battezzato quella santità della porta accanto, «la santità nel popolo di Dio paziente: nei genitori che crescono con tanto amore i loro figli, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare il pane a casa, nei malati, nelle religiose anziane che continuano a sorridere. In questa costanza per andare avanti giorno dopo giorno vedo la santità della Chiesa militante» (n. 7). In riferimento alla santità, il Papa scriveva di: donazione, relazioni interpersonali redente, chiamata universale da parte del Signore, grazia battesimale, conversione, vicinanza alle tante povertà, discernimento, edificazione del regno divino, giustizia, amore, pace, contemplazione, gioia, dignità; sono tutte realtà che ci riguardano da vicino, ci interpellano in prima persona: a fidarci di Dio e a essere suoi collaboratori nel disegno universale di redenzione.