L’Avvento con Gregorio Magno. 8 dicembre 2023, primo venerdì di Avvento, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria.
“Immacolata dice il fulgore dell’aurora“, scrisse San Giovanni XXIII. E all’aurora c’è un attimo stupendo, quell’attimo che precede immediatamente il sorgere del sole: un lieve chiarore nel cielo che, crescendo prima lentamente e poi sempre più in fretta, lascia spazio allo spuntare del sole. Così è per Maria: l’immacolata concezione è il culmine di quell’aurora, che attraverso i secoli ha portato all’alba di Cristo. Nel suo concepimento è possibile riconoscere la figlia di Sion di cui parla il Primo Testamento: il Signore stesso, guarendo nella sua infinita misericordia la sterilità di Anna, ha permesso all’umanità resa sterile dal peccato di diventare il grembo che accoglie l’incarnazione del Verbo. Attraverso la Madre di Dio, stella di luce folgorante della luce divina, perla inviolata della vera purezza, giunge a compimento il piano di Colui che ci ha destinati ad essere suoi figli adottivi, santi e immacolati nell’amore. Ecco perché Andrea di Creta può esultare: “Oggi l’umanità, in tutto lo splendore della sua immacolata nobiltà, riceve il dono della sua prima formazione dalle mani divine e ritrova la sua antica bellezza“. Mentre attendiamo la venuta del Signore, l’immacolato concepimento di Maria ci riporta alla vocazione di ogni uomo, lei che ci preannunzia l’alba di quel giorno eterno e intanto ci guida e ci sostiene nel cammino che ancora ce ne separa. “Noi confidiamo in te, tu che sei tutta pura e madre dell’Emmanuele“, recita un’antica preghiera siriaca. “A causa della tua nascita meravigliosa e per la gioia che in questo giorno ha riempito il mondo, fa’ rallegrare ed esultare il mio cuore. Che io possa gioire nella dolcezza del paradiso e nella grazia del regno di Dio, nella chiesa dei primogeniti, la Gerusalemme celeste, nella gioia della libertà eterna e senza fine“.
Il transito della piccola Musa, una delle prime apparizioni mariane
Non passerò sotto silenzio neppure ciò che il servo di Dio Probo soleva raccontare di una sua sorella molto giovane, di nome Musa. Diceva che una notte le era apparsa in visione la vergine Maria, Madre di Dio, e le aveva mostrato alcune giovani della sua stessa età in bianche vesti. Musa desiderava unirsi a loro, ma non osava. Allora la vergine Maria le chiese se volesse vivere con loro, al suo servizio. La fanciulla rispose: «Lo voglio». Allora la Vergine le impose di non comportarsi più con leggerezza giovanile, di astenersi dal riso e dal gioco, e le fece sapere che sarebbe entrata a suo servizio, insieme con quelle vergini che aveva visto, di là a trenta giorni. Dopo che ebbe questa visione, la fanciulla modificò completamente il suo modo di vita e con grande impegno rimosse da sé ogni leggerezza fanciullesca. I genitori si meravigliarono del cambiamento ed essa, richiesta, riferì il fatto, dicendo che cosa le avesse imposto la madre di Dio, e indicò il giorno in cui sarebbe entrata a suo servizio. Dopo venticinque giorni si ammalò. Il trentesimo giorno, approssimandosi il momento della morte, Musa vide venire a sé la madre di Dio con le fanciulle della precedente visione. A Maria che la chiamava, rispose con gli occhi chini a terra e a gran voce: «Ecco, signora, vengo; ecco, signora, vengo». Mentre diceva così, rese lo spirito e uscì dal suo corpo verginale per andare a stare con quelle sante vergini.
Dialoghi IV, 18