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Mercoledì della prima settimana di Quaresima. La Quaresima con Gregorio Magno

da | 21 Feb 2024 | Monasteria

Mercoledì della prima settimana di Quaresima

La fiction narrata dal libro di Giona descrive il dramma di un ebreo chiamato a interagire con il mondo pagano, simbolo del diverso e dello straniero, in una parola, del nemico. Il rifiuto che oppone Giona è un’immagine di chiusura agli altri: egli ritiene giustamente che la benedizione divina sia riservata solo ai suoi connazionali. Come potevano essere chiamati da Dio quei pagani che perseguitavano il popolo eletto e profanavano il tempio? Eppure Giona è inviato presso di loro a predicare. Ninive viene così a rappresentare la città delle città, ossia tutti gli abitanti del mondo. Tutta la sua vicenda vuole manifestare l’universalità, la misericordia del Dio d’Israele, l’amore illimitato per tutti gli uomini, il suo interessamento nei riguardi di tutti i popoli, di fronte alla gretta mentalità conservatrice di ieri e di oggi.

Giona, indispettito e testardo, è tirato dentro un compito che non sente suo; perciò fugge da Dio, ma scopre che Egli è ovunque, anche nelle profondità del mare, nell’abisso delle sue paure e della sua angoscia. Inghiottito da un mostro marino nel fondo del mare, Giona ritrova Dio, dal quale si era ostinatamente allontanato e inizia a dialogare con lui. Sarà custodito per tre giorni e tre notti, per rinascere quindi alla vita e alla missione. Giona incarna quelle persone messe di fronte alla sfida di un volto accogliente di Dio, un volto che contrasta con l’educazione ricevuta. Profeticamente Giona ammonisce anche l’uomo di oggi, che vede svolgersi cambiamenti culturali e religiosi che non comprende e deve subire suo malgrado: il messaggio centrale del libro diventa perciò la conversione dei Giona di tutti i tempi a servire il piano di Dio. Siamo disposti ad accettare questo cambiamento nella nostra società globalizzata?

Sicuramente la vicenda di Gesù mostra che l’integralismo è duro a morire in ogni epoca: anche il Salvatore ha annunciato che il modo di fare giustizia di Dio è usare misericordia verso tutti, specialmente verso i peccatori e gli emarginati dalla società. Per questo Giona ritorna sulle sue labbra di Cristo: Dio accoglie tutti quelli che lo cercano e si affidano a lui, anche quanti non lo meriterebbero. Credere in Gesù è ascoltare quella parola, che rivela il suo amore infinito per noi, peccatori e poveri che siamo. E quando trova in noi il suo spazio e la sua libertà, ci mettiamo al servizio dei nostri fratelli più vicini, piegandoci all’umiltà e alla mitezza.

Gregorio Magno, Dialoghi II

Pietro: Sono veramente stupende e meravigliose le tue narrazioni. Quando [Benedetto] fa scaturire l’acqua dalla pietra io rivedo un nuovo Mosè; quando richiama il ferro dal profondo dell’acqua, un nuovo Eliseo; quando fa camminare sull’acqua, ripenso a Pietro, e quando esige obbedienza dal corvo un nuovo Elia. Quando infine lo sento piangere per la morte del nemico, non posso pensare che a David. Questo uomo fu davvero ripieno dello spirito di tutti i giusti!

Gregorio: vedi, Pietro, questo uomo di Dio ebbe un unico spirito: quello di Colui che mediante la grazia della redenzione, riempì i cuori di tutti gli eletti. Di lui dice Giovanni: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo”. Di lui anche è I scritto: “Dalla pienezza di lui, noi tutti abbiamo ricevuto”. I santi di Dio hanno potuto ricevere da Dio questi poteri, ma non poterono trasmetterli ad altri. L’unico che concesse ai discepoli il potere di far miracoli fu Colui che promise ai suoi nemici di dare se stesso come segno di Giona: e di fatto si degnò di morire sotto lo sguardo dei superbi e risorgere sotto lo sguardo degli umili, affinché quelli vi vedessero una cosa spregevole, questi invece un oggetto di venerazione e di amore. Per questa misteriosa economia avviene che mentre i superbi vedono in lui solo l’umiliazione della morte, gli umili invece contemplano la sua gloriosa potestà sulla morte.

©Fabrizio Garrisi https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/4/4c/Lastra_sepolcrale_con_Giona%2C_il_mostro_marino_e_una_colomba%2C_IV_sec._Inv._28592_-FG.jpg

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