Marco Fabio Quintiliano è stato un oratore del I sec. d.C., attivo tra Roma e la Spagna. Fu precettore, cioè insegnante, di Plinio, Tacito, e tra gli altri anche dei nipoti dell’Imperatore Domiziano. Vista la decadenza morale dei costumi nell’intellighentia romana, che di lì a poco porterà al tracollo delle istituzioni attraverso la corruzione dilagante fino al crollo dell’Impero Romano d’Occidente prima (476 d.C) e d’Oriente poi (1053d.C.), Quintiliano aveva intuito che occorreva operare un rinnovamento in ambito scolastico e didattico, partendo cioè da un impegno pedagogico. Ciò che per Quintiliano andava recuperato era il concetto di aretè, di virtù. Il valore di una società si decide a partire dalla scuola e dall’orientamento che essa prende con l’intenzione di formare o no vir boni, uomini buoni. Un buon insegnante, oltre a dare competenze e nozioni al proprio studente, deve insegnargli ad essere leale, coraggioso, appassionato, avendo come obiettivo il bene della propria comunità. Soprattutto deve avere e affilare gli strumenti che gli permettano di comprendere e migliorare la società.
Il suo contributo più importante fu “L’ istituzione oratoria”, che non solo contribuì in modo significativo alla retorica, ma propose anche un approccio filosofico all’istruzione che ancora oggi ispira pedagogisti ed educatori. Nato nel 35 d.C. a Calagurris in Hispania, Quintiliano intraprese una carriera legale e raggiunse il successo come avvocato a Roma. Tuttavia, la sua passione per l’istruzione lo portò ad impegnarsi nell’insegnamento della retorica e della filosofia. L’imperatore Vespasiano lo nominò capo della prima scuola di retorica finanziata dallo Stato a Roma, un riconoscimento che sottolinea la sua reputazione e competenza nel campo. Quintiliano considerava l’educazione come una missione nobile e un dovere sociale. La sua filosofia pedagogica era profondamente radicata nell’idea che l’istruzione dovesse plasmare non solo la mente, ma anche il carattere degli individui. Il suo lavoro principale, “Istituzione oratoria”, è una guida completa per formare l’oratore ideale, ma le sue idee si estendono ben oltre la sfera della retorica.
La sua filosofia si basava sulla convinzione che l’educazione dovesse mirare a formare individui equilibrati e moralmente responsabili. Non si limitava a insegnare tecniche retoriche, ma abbracciava una visione olistica dell’istruzione, che comprendeva la formazione del carattere, l’etica e soprattutto la virtù. Infatti l’oratore non doveva solo essere un abile comunicatore, ma un essere morale. Per questo l’educatore riveste un ruolo centrale nell’educazione e nella formazione individualizzata, su misura, e funzionale (per riprendere tre categorie dello psicologo e pedagogista di inizio Novecento, Édouard Claparède, istitutore delle cosiddette Scuole Nuove) del discente e cittadino romano. Nella sua visione, l’insegnante assumeva la responsabilità di modellare il carattere degli studenti e di coltivare in loro un amore per la conoscenza, per la scienza, e per la virtù. Una caratteristica distintiva dell’approccio pedagogico di Quintiliano era l’enfasi intorno all’esperienza pratica. Egli riteneva che gli studenti dovessero essere coinvolti attivamente nel processo educativo, incoraggiando la partecipazione politica e la discussione. La sua metodologia includeva l’uso di esercizi pratici, collaborativi; simulazioni e dibattiti per sviluppare non solo la competenza retorica, ma anche la capacità critica. L’influenza di Quintiliano sulla filosofia e la pedagogia è evidente ancora oggi. Il suo approccio olistico all’educazione, che abbraccia l’aspetto morale oltre a quello intellettuale, ha ispirato numerose teorie pedagogiche. L’idea che l’insegnante giochi un ruolo fondamentale nella formazione del carattere degli studenti è ancora riconosciuta nell’educazione contemporanea. In ordine di influenza mi piace qui citare i maggiori pedagogisti Occidentali che hanno risentito dell’influenza del pedagogista romano.
Gli studiosi principali che hanno evidenziato la rilevanza delle sue idee nel contesto dell’educazione moderna, ad esempio sono stati:
1)John Amos Comenius (1592-1670)
Spesso considerato uno dei padri della pedagogia moderna, è stato influenzato dalle idee di Quintiliano sulla formazione integrale della persona. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di un’educazione che coinvolge tutte le facoltà dell’individuo e che considera l’etica e la moralità come componenti cruciali.
2)John Dewey (1859-1952)
Uno dei principali teorici dell’educazione progressiva nel Novecento, ha incorporato elementi della filosofia educativa di Quintiliano nelle sue idee sull’apprendimento esperienziale e sull’importanza di collegare l’istruzione alla vita quotidiana degli studenti. Entrambi hanno promosso l’idea che l’educazione dovrebbe essere un processo attivo e coinvolgente.
3)Paulo Freire (1921-1997)
Freire, noto per il suo approccio critico all’educazione e la sua teoria pedagogica basata sul dialogo, ha condiviso con Quintiliano l’attenzione per l’educazione morale e l’importanza di sviluppare cittadini consapevoli e eticamente responsabili.
4)Mortimer Adler (1902-2001)
Filosofo ed educatore, Adler ha abbracciato l’idea di una formazione completa della persona, una visione che richiama gli insegnamenti di Quintiliano. La sua opera “Paideia Program” riflette l’importanza di un’educazione equilibrata che integri sia gli aspetti intellettuali che quelli morali.
5)Carl Rogers (1902-1987)
Rogers, psicologo e teorico dell’apprendimento, ha incorporato elementi della pedagogia di Quintiliano nella sua teoria dell’apprendimento centrata sull’individuo. Entrambi hanno sottolineato l’importanza di adattare l’educazione alle esigenze e alle caratteristiche individuali degli studenti.
Sebbene questi pedagogisti non abbiano adottato interamente il sistema di Quintiliano, è evidente che la sua influenza si sia diffusa in modo trasversale attraverso varie correnti pedagogiche nel corso dei secoli.
Per concludere dobbiamo dire che Quintiliano certamente emerge come figura chiave nell’evoluzione della filosofia e della pedagogia dell’antica Roma. La sua visione equilibrata e umanistica dell’educazione ha resistito alla prova del tempo, lasciando un’impronta duratura nella concezione moderna di come dovremmo formare le nuove generazioni. Sta a noi lasciarci interrogare o meno da questo pensatore, provando semplicemente a chiedere ai nostri figli, ai nostri colleghi, amici o parenti che orbitano nel mondo della scuola, qual è lo stato attuale delle cose e che aria si respira tra i banchi delle nostre scuole.