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Sguardo di misericordia. L’Angelus di papa Francesco

da | 11 Mar 2024 | Teologia

Lo sguardo di misericordia è quello che Gesù ha usato nei confronti di Nicodemo. Siamo giunti alla IV Domenica del Tempo di Quaresima e la liturgia ci fa meditare il passo dell’evangelica narrazione giovannea riferito all’incontro di Gesù con Nicodemo; quest’ultimo, ci ricorda il pontefice, «ha visto i segni che Gesù ha compiuto, ha riconosciuto in Lui un maestro mandato da Dio ed è andato a incontrarlo di notte, per non essere visto. Il Signore lo accoglie, dialoga con lui e gli rivela di essere venuto non a condannare ma a salvare il mondo (cfr v. 17)». Il Signore – scrive Giovanni – desidera incontrare Nicodemo, si intrattiene con lui, accoglie le sue domande, gli indica la via di Dio; e questi, alla fine del Vangelo, affianca Giuseppe di Arimatea, «che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù» (Gv 19,38).

Nicodemo, a colloquio con Cristo, vive l’esperienza della intimità divina; sottolinea, a riguardo, papa Francesco: «Davanti a Gesù non ci sono segreti: Egli legge nel cuore, nel cuore di ognuno di noi. E questa capacità potrebbe inquietare perché, se usata male, nuoce alle persone, esponendole a giudizi privi di misericordia. Nessuno infatti è perfetto, tutti siamo peccatori, tutti sbagliamo, e se il Signore usasse la conoscenza delle nostre debolezze per condannarci, nessuno potrebbe salvarsi». Egli – inoltre – incontra la misericordia di Dio: esperisce la missione gesuana, la cui profonda conoscenza dell’umano non serve per condannare nessuna e nessuno, ma «per abbracciare la nostra vita, per liberarci dai peccati e per salvarci. A Gesù non interessa farci processi o sottoporci a sentenze; Egli vuole che nessuno di noi vada perduto. Lo sguardo del Signore su ognuno di noi non è un faro accecante che abbaglia e mette in difficoltà, ma il chiarore gentile di una lampada amica, che ci aiuta a vedere in noi il bene e a renderci conto del male, per convertirci e guarire con il sostegno della sua grazia».

La compassione che il nostro Dio usa nei nostri confronti ci chiama ad atteggiamenti misericordiosi verso tutti; il Papa lo ribadisce, proprio alla fine della sua riflessione domenicale, affermando: «Gesù non è venuto a condannare, ma a salvare il mondo. Pensiamo a noi, che tante volte, tante volte che condanniamo gli altri; tante volte che ci piace sparlare, cercare pettegolezzi contro gli altri. Chiediamo al Signore che ci dia a tutti questo sguardo di misericordia, di guardare agli altri come Lui ci guarda a tutti noi». Lo Spirito santo e queste settimane quaresimali ci aiutino nel nostro quotidiano cammino di conversione, all’insegna della carità divina.

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