Periodico di informazione religiosa

Un’analisi preoccupante sulla povertà

da | 14 Nov 2024 | Cronaca

Secondo il Rapporto Caritas 2024, in Italia la povertà assoluta è in aumento, colpendo circa 5,6 milioni di persone, ovvero l’8,4% della popolazione. Questo dato, che è il più alto dal 2005, si inserisce in un contesto di crescente disuguaglianza economica. La crisi economica causata dalla pandemia, insieme all’inflazione elevata e ai costi energetici in aumento e gli stipendi (per chi li ha) che rimangono sempre gli stessi, ha reso più difficile per molte famiglie mantenere uno standard di vita dignitoso. Le famiglie con bambini, in particolare, risultano essere le più vulnerabili.
Il rapporto sottolinea inoltre che le disuguaglianze non riguardano solo i redditi, ma anche l’accesso ai servizi essenziali. Il 22,1% delle persone in povertà assoluta, infatti, vive in condizioni di esclusione sociale, senza possibilità di accesso a cure mediche, istruzione di qualità o abitazioni adeguate. Le persone in condizione di povertà relativa, cioè quelle che vivono con un reddito inferiore al 60% della media nazionale, sono più esposte a rischi di marginalità sociale.
Uno degli aspetti più preoccupanti del rapporto è il fenomeno della disoccupazione giovanile, che continua a crescere, soprattutto nelle regioni del Sud Italia. Secondo i dati dell’Istat, nel 2024 il tasso di disoccupazione tra i giovani tra i 15 e i 24 anni è pari al 23,3%, un livello che mette in discussione le possibilità di inclusione dei giovani nel mercato del lavoro. A questo si aggiungono le condizioni di precarietà lavorativa, che impediscono ai giovani di costruirsi una stabilità economica e di realizzare progetti di vita a lungo termine.
Il Rapporto Caritas 2024 mette anche in luce il problema nei paesi più poveri, una situazione aggravata da conflitti, cambiamenti climatici e ineguaglianze strutturali. Secondo il documento, nel 2024 circa 700 milioni di persone vivono ancora in condizioni di povertà estrema, con meno di 2,15 dollari al giorno, un dato che esprime la difficoltà di uscire da un circolo vizioso che alimenta la povertà intergenerazionale.
In questo contesto, il fenomeno delle migrazioni continua a crescere, con milioni di persone che lasciano le proprie terre per cercare un futuro migliore in Europa, negli Stati Uniti e in altre aree sviluppate. 

Anche secondo il rapporto 2023 dell’Atlante dell’Infanzia (a rischio) di Save The Children, che ha dedicato la XV edizione del volume ai primi anni di vita dei bambini, la situazione è tragica.

In Italia duecentomila bambini tra 0 e 5 anni vivono in povertà alimentare, cioè in famiglie che non riescono a garantire almeno un pasto proteico ogni due giorni. Esse rappresentano l’8,5% del totale e oltre la meta risiede al Sud e nelle isole, dove la percentuale sale al 12.9%, contro il 6,7% del Centro e il 6,1% del Nord. I dati dicono che quasi un bambino su 10 della stessa fascia d’età, pari al 9,7%, ha sperimentato la povertà energetica cioè ha vissuto in una casa non adeguatamente riscaldata in inverno. Al Sud la percentuale sale al 16,6%. Nel 2023 in 340 comuni italiani sotto i 5mila abitanti non è nato nessun bambino e in 72 comuni non ce ne sono sotto i 2 anni. Il Piemonte è la regione con il maggior numero di Comuni in cui non ci sono bimbi sotto i 3 anni (34), seguita da Lombardia (10 comuni) e Abruzzo (8).

In risposta a questi fenomeni, Caritas Italia chiede politiche pubbliche più inclusive, che possano garantire un lavoro stabile e dignitoso, un accesso universale ai servizi sanitari e una migliore distribuzione della ricchezza. Inoltre, sottolinea l’importanza di un approccio globale alla lotta contro la povertà, che non si limiti a misure assistenzialistiche, ma che investa in formazione, inclusione sociale e giustizia economica.
I dati riportati nel Rapporto Caritas 2024 sono supportati anche da fonti esterne, come il World Bank Report 2023, che ha evidenziato come la povertà globale sia un problema in continuo aumento.
Mentre attendiamo le politiche sociali, nel nostro piccolo ognuno di noi potrebbe guardare nella casa del proprio vicino, pagandogli una bolletta, facendogli la spesa, facendo più volontariato, non serve andare lontano, sicuramente alzando la testa dai telefonini riusciremo a fare noi il piccolo cambiamento che vogliamo nel mondo.

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