Dagli anni della Comunità di Sant’Egidio alle missioni di pace in Mozambico e in Ucraina, fino alla presidenza della CEI: Matteo Maria Zuppi compie 70 anni restando, anche da cardinale, “prete di strada” e voce limpida contro la “terza guerra mondiale a pezzi”.
Oggi, 11 ottobre 2025, la Chiesa italiana e tantissimi fedeli in tutto il mondo festeggiano i 70 anni del cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana.
un compleanno che è anche un’occasione per dire grazie: per la sua fede semplice, la sua voce coraggiosa e il suo costante impegno nel costruire ponti di dialogo in un mondo ferito dalla “terza guerra mondiale a pezzi”, come ama ripetere con le parole di Papa Francesco.
Chi lo incontra, anche solo una volta, ne percepisce la schiettezza e l’ironia disarmante.
Racconta di sé con semplicità: “Ho fatto tre seminari: casa, Sant’Egidio e quello vero. Sono un po’ zuccone, ma ho sempre imparato dagli altri”. È rimasto l’uomo che cammina tra la gente, che si ferma a parlare con i giornalisti (al conclave disse: “sono figlio di giornalisti, come potrei non sopportarli?”) e che guarda al futuro della Chiesa con fiducia: una Chiesa che non giudica, ma accoglie.
Dalle strade di Roma al cuore della Chiesa
Nato a Roma l’11 ottobre 1955, quinto di sei figli di Enrico Zuppi – storico direttore dell’“Osservatore della Domenica” – e di Carla Fumagalli, nipote del cardinale Confalonieri, Matteo cresce in una famiglia di forte fede e di intenso impegno civile.
Dopo gli studi al Liceo Virgilio di via Giulia, dove incontra Andrea Riccardi, futuro fondatore della Comunità di Sant’Egidio, e David Sassoli, giornalista e poi presidente del Parlamento europeo, Zuppi frequenta Lettere alla Sapienza e si forma in quell’ambiente che lo segnerà per sempre: la Comunità di Sant’Egidio, la “famiglia più grande” che lo condurrà al sacerdozio.
Ordinato prete nel 1981, inizia il suo ministero nelle periferie di Roma, tra giovani, tossicodipendenti, migranti, malati e senza tetto. È il “prete di strada” che non teme di sporcarsi le mani, che ascolta, consola, accoglie.
L’artefice silenzioso della pace in Mozambico
Negli anni Novanta, il giovane sacerdote diventa protagonista di una pagina storica: la pace in Mozambico, firmata a Roma nel 1992 dopo sedici anni di guerra civile.
Zuppi, insieme a Mario Raffaelli e alla Comunità di Sant’Egidio, passa mesi a ricucire con pazienza e coraggio i fili spezzati tra governo e guerriglia, tra FRELIMO e RENAMO.
Quell’esperienza – umana e spirituale – segnerà per sempre il suo modo di intendere la missione della Chiesa: la pace si costruisce solo con l’ascolto e la prossimità.
Arcivescovo di Bologna e “prete tra la gente”
Nel 2015 Papa Francesco lo nomina arcivescovo di Bologna, e quattro anni dopo lo crea cardinale. Ma Zuppi non cambia stile. Sceglie di vivere con 25 preti anziani, si muove in bicicletta, celebra nelle parrocchie, visita famiglie e senzatetto.
È rimasto lo stesso parroco di borgata, solo con un abito rosso.
Le sue omelie, semplici e incisive, parlano ai cuori. Non prediche astratte, ma di vita vissuta: La Chiesa, ripete spesso, deve essere un ospedale da campo, dove curare le ferite e ridare fiducia.
Presidente della CEI, di una Chiesa che ascolta e accoglie
Nel 2022 viene eletto presidente della Conferenza Episcopale Italiana: un riconoscimento alla sua autorevolezza, ma soprattutto alla sua umanità. Sotto la sua guida, la CEI ha rafforzato il sostegno a progetti come “Protetto. Rifugiato a casa mia” e i corridoi umanitari per i migranti nel Mediterraneo. Zuppi ripete con forza che i migranti non sono numeri, ma volti, nomi, storie e che l’accoglienza non è mai un lusso, ma deve essere una necessità umana e cristiana.
È un impegno che non nasce da ideologia, ma dal Vangelo stesso, che chiede di riconoscere in ogni volto il volto di Cristo.
Missioni di pace e dialogo nel mondo
Nel 2023, Papa Francesco affida al cardinale Zuppi una delle missioni più delicate del suo pontificato: tentare una via di pace nel conflitto russo-ucraino. Zuppi viaggia tra Kyiv, Mosca, Washington e Pechino, incontrando leader politici e diplomatici, con l’obiettivo di ascoltare, mediare, e favorire gesti di umanità, come la tutela degli orfani e dei civili.
Una missione definita da molti “impossibile”, ma che lui ha affrontato con il suo stile inconfondibile: ascoltare, dialogare, non arrendersi mai alla logica della guerra.
Commovente è stata la maratona di preghiera a Monte Sole di Marzabotto, quando il cardinale ha dato voce al silenzio dei bambini morti in Terra Santa. Tra i ruderi della chiesa di Casaglia, bruciata nel 1944 dai nazifascisti, sono stati letti per ore i nomi dei bambini morti nel conflitto tra Israele e Gaza: 469 pagine, con 12.211 bambini palestinesi e 16 israeliani, dal 7 ottobre 2023 al 15 luglio 2025
“Il mondo ha bisogno dell’Europa per scegliere la pace”, ha ricordato di recente a Gorizia, invitando tutti a resistere alla rassegnazione e a non smettere di credere nella forza del dialogo.
Grazie, Eminenza
A Matteo Maria Zuppi, uomo di pace, prete tra la gente, voce del Vangelo nella modernità inquieta, vanno i nostri auguri più sinceri per i suoi 70 anni.
Grazie per la sua testimonianza semplice e forte, per la sua prossimità ai poveri e agli ultimi, per il suo impegno nella ricerca del bene comune e della pace.
Come dice lui stesso: “La pace non è un sogno. È la responsabilità di tutti, ogni giorno.”
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