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Christos Yannaras è morto all’età di 89 anni

by | 25 Ago 2024 | Monasteria

Christos Yannaras è morto all’età di 89 anni. La notizia della sua scomparsa è stata annunciata il 24 agosto dal figlio tramite Facebook. Nato ad Atene il 10 aprile 1935, Yannaras aveva studiato teologia tra Atene, Bonn e Parigi. In Germaniaconosce il pensiero di Martin Heidegger, evento cruciale per lo sviluppo del suo pensiero. Si sposta poi a Parigi dove entra in contatto con l’opera di Jean-Paul Sartre e dei teologi Marie-Dominique Chenu e Étienne Gilso, che gli forniscono importanti stimoli sullo sviluppo della teologia in Occidente; frequenta inoltre le figure della seconda generazione dei pensatori russi della diaspora, come Pavel Evdokimov, Nicolas Lossky, Olivier Clément. Tornato in Grecia approfondisce il significato ontologico della persona, con la delineazione della figura di un ethos fortemente improntato personalisticamente. Il suo opus magnum, La libertà dell’ethos fu il suo «libretto rosso», non tanto per il colore della copertina, ma perché nel pensiero teologico ebbe uneffetto rivoluzionario a ridosso dei moti giovanili del ’68. Professore di filosofia presso la Università Panteion di scienze politiche e sociali di Atene dal 1982 al 2002, ha tenuto corsi in istituti europei e americani. Tra i più influenti teologi dell’ortodossia contemporanea, Yannaras fu anche lo scrittoreortodosso più prolifico degli ultimi tempi, con più di 50 libri tradotti in diverse lingue (una ventina in italiano) e articoli e saggi circa il rapporto tra l’ortodossia e la filosofia, la crisi della civiltà moderna e la situazione politica e sociale in Grecia e in Europa. Ha scritto fino alla morte sulla testata giornalistica greca Η Καθημερινή. Tra i libri più noti: La libertà dell’ethos; Persona e Eros; Metafisica Post-moderna; Contro la religione; Ontologia della relazione.

Fautore di un allargamento di orizzonti della riflessioneteologica sia dell’Oriente che dell’Occidente, Yannaras era una figura scomoda. Una personalità capace di tenereNietzsche, Heidegger e Husserl in una mano e i Padri della Chiesa greca nell’altra. Yannaras è stato filosofo, teologo, politologo, capace di abbattere i confini di un sapere troppo settoriale, come quello teologico e di guadagnarlo nell’oggi della storia del pensiero, con tutte le potenzialità che possono promuovere coesione e vita nella realtà europea.

Il suo pensiero prende le mosse dal rifiuto dell’individualismo e del pietismo, due riduzionismi che hanno alterato profondamente l’esperienza del cristianesimo moderno. Lavitalità dell’esperienza ecclesiale dei Padri insegna che ilcristianesimo è prima di tutto un nuovo modo di esistenza nella comunione, anche se l’istinto religioso ha sempre cercato di farne un’ istituzione religiosa. La religiosità è un bisogno naturale dell’uomo, innato e istintivo come la fame, la sete, la paura della malattia e del dolore. Una realtà contro cui nulla possono la ragione o la volontà. I sintomi di questa istituzionalizzazione sono evidenti e Yannaras ha messo costantemente in guardia contro i rischi di un certo atteggiamento egoistico che contraddice il dono della comunità. La fede si aliena in convinzioni individuali, l’ascesi in etica individuale, il culto in dovere individuale. Le rette convinzioni, l’obbedienza ai precetti morali e l’osservanza farisaica dei doveri cultuali bastano ad assicurare all’individuo la giustificazione e la salvezza.

L’autore allora prospetta una riforma della chiesa e trova le risposte nel personalismo dei Padri e nella loro prospettiva apofatica. Se l’essere personale del Padre è amore e libertà edall’amore e dalla libertà è generato il Figlio e procede lo Spirito Santo; se dunque come amore e libertà la Trinità esiste, da ciò si arriva alla figura di Chiesa non come «religionizzazione» della fede in contenuti dogmatici, pastorali o morali etc. La verità, sostiene Yannaras, sta nella conoscenza che ciascuno consegue nell’effettiva esperienza relazionale della libertà e dell’amore. In altri termini, la conoscenza viene dall’esperienza, dalla relazione del soggetto con altri soggetti/oggetti, dall’eros, cioè dal movimento di libertà verso un’alterità. Il vero ethos (modo di vivere) dell’uomo scaturisce dal modo di esistenza ad immagine di Dio, nella libertà e nell’amore, altrimenti l’uomo rimane prigioniero di un ethos di sottomissione legale alle norme e alconformismo. Cosa che ultimamente nega la verità dell’uomo.L‘uomo entra nella verità solo vivendo come persona, come essere di comunione e di amore, mentre l’autonomia chiusa edegocentrica è frutto e causa del peccato. Ecco perché solo in Cristo e nella Chiesa si compie la verità personale dell’uomo.La vera cattolicità, scrive Yannaras ne La libertà dell’ethos, è quella della comunità eucaristica locale, che sia parrocchia o diocesi, che è la sola nostra organizzazione rivoluzionaria, la nostra politica radicale, la nostra etica che capovolge l’ordine stabilito. Un ordine disordinato, che cade sulle spalle di ogni bambino che viene al mondo, fatto dal pericolo della distruzione nucleare, dalla follia degli armamenti, dall’internazionalizzazione dei sistemi di oppressione e di alienazione dell’uomo, dall’esaurimento delle fonti produttive della ricchezza del pianeta, dall’inquinamento dei mari e dell’atmosfera, dal tentativo di respingere e dimenticare la morte con l’isteria della voracità consumistica e con il commercio del piacere. La nostra potenza è invece nascosta nel chicco di grano e nel piccolissimo seme di senape, nel dinamismo segreto del lievito disperso nella pasta morta del mondo. Conclude il teologo greco nel suo capolavoro:

I balbettamenti di queste pagine si saranno cancellati dalla memoria umana e gli occhi che gli avranno letti, come la mano che gli ha tracciati, saranno perduti nella terra, ma la successione delle generazioni tutte le generazioni che compongono la Chiesa continueranno la ricerca e realizzeranno la venuta del Regno di Dio nell’ambito del lievito eucaristico …

Una nuova epoca arriva; l’attuazione eucaristica del Regno, senza togliere l’avventura della libertà e del peccato, si incarnerà ancora di nuovo in forme dinamiche di vita sociale e culturale, perché questo dinamismo comunionale è la natura della chiesa, la conseguenza organica della sua vita. Questa nuova epoca riprenderà a sillabare con umiltà la verità del mondo, il senso delle cose, il significato della storia; dipingerà di nuovo nell’icona il volto trasfigurato dell’uomo“.

©photo James Hyndman https://www.flickrJames Hyndman.com/photos/22034588@N07/

 

 

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