Periodico di informazione religiosa

I monaci benedettini della Dormizione di Maria a Gerusalemme

da | 15 Ago 2023 | Monasteria

Camminare per le strade di Gerusalemme significa ripercorrere i passi di Cristo e dei suoi discepoli, non solo spiritualmente, ma anche in senso fisico. Alle porte della città vecchia sul Monte Sion – il punto più alto dell’antica Gerusalemme – la vista è dominata dalla Chiesa della Dormizione di Maria e l’imponente abbazia dei benedettini tedeschi. La chiesa attuale è un edificio a pianta circolare in pietre bianche e rossastre, sul modello della chiesa carolingia di Aquisgrana, con diverse nicchie contenenti altari e il coro monastico. La luce proveniente da diverse grandi finestre si riversa nel livello superiore e i mosaici colorati delle pareti raffigurano eventi della storia cristiana e benedettina. In alto sopra l’altare maggiore c’è un mosaico di Maria e Gesù bambino. Due scale a chiocciola conducono alla cripta, con il suo santuario mariano. Al centro della cripta si trova una statua a grandezza naturale di Maria dormiente, realizzata in legno di ciliegio e avorio. La chiesa, simile a una fortezza, ha un edificio centrale rotondo con quattro torri rotonde e un campanile indipendente. Questo perché nelle vicinanze si trova la Tomba del re Davide, così che il campanile è posto sufficientemente lontano da non lasciare che la sua ombra tocchi la tomba.

La storia del monastero

Il terreno su cui sorge la Chiesa della Dormizione fu donato nel 1898 dal sultano turco Abdul Hamid II all’imperatore di Germania Guglielmo II di Germania, che lo destinò all’Unione tedesca per la Terra Santa con lo scopo di costruirvi una Chiesa destinata ai suoi sudditi cattolici. Quel terreno sul Monte Sion, infatti, non era ancora stato utilizzato ed era in stato di abbandono. Il 7 ottobre del 1900 venne posta la prima pietra della Dormizione e dieci anni dopo, 1910, la chiesa venne consacrata. Guglielmo II affidò il luogo ai benedettini della Congregazione di Beuron e il 21 marzo, giorno del transito di San Benedetto, del 1906 arrivarono i primi tre monaci. Negli anni successivi dai monasteri della congregazione beuronese arrivarono altri monaci a ingrossare le fila della comunità nascente, anche se durante la Prima guerra mondiale nel 1918 i monaci furono portati dall’esercito britannico in un campo egiziano vicino ad Alessandria. L’anno successivo, nel 1919, i benedettini provenienti dall’abbazia belga di Maredsous arrivarono alla Dormizione, solo per andarsene nel luglio del 1920. Nel gennaio 1921 i monaci tedeschi ritornarono sul Monte Sion, ricominciando quasi da capo. Nel 1926 il monastero ricevetto lo status di abbazia e Maurus Kaufmann fu nominato primo abate. Questi anni di stabilità consentirono il completamento di importanti lavori, come il mosaico absidale, il grande mosaico pavimentale della chiesa superiore, alcuni altari laterali e la statua di Maria nella cripta. All’inizio della Seconda guerra mondiale nell’autunno del 1939 i lazzaristi tedeschi, che custodivano il santuario della Moltiplicazione a Tabgha dovettero lasciare il paese. Fu chiesto l’aiuto dei benedettini del Monte Sion, che accettarono e la loro presenza sulle rive del lago di Galilea continua ancora oggi. La situazione dovette mutare radicalmente con la creazione del moderno stato di Israele. La guerra scoppiata nel 1948 tra il neonato Stato e i suoi vicini arabi ebbe effetti deleteri: la comunità lasciò il monastero e la Dormizione venne a trovarsi su una terra di nessuno: la linea di confine che separava gli israeliani dal lato giordano-arabo della Città Vecchia. Dopo la fine della guerra, Leo von Rudloff OSB, dell’abbazia di San Giuseppe a Gerleve, riuscì a rientrare in possesso del monastero dopo aver trattato con gli israeliani e aprendo l’Abbazia alla sua nuova situazione creatasi nello stato ebraico. Nel in un’altra grande crisi e con esso la Dormizione, ma alla sua conclusione Gerusalemme era sotto il completo controllo israeliano. Nel 1969 con le dimissioni di von Rudloff arrivò Laurentius Klein OSB, già abate di San Mattia a Treviri, che comprese come il Monte Sion fosse un luogo ideale per il dialogo tra le religioni abramitiche e le confessioni cristiane presenti in Terra Santa, diventando luogo di incontro tra culture e religioni. Finalmente nel 1979 per la prima volta i monaci poterono eleggere il proprio abate – i precedenti superiori erano stati nominati dall’esterno – Nikolaus Egender, che proveniva dal monastero belga di Chevetogne in Belgio) molte sono state le attività ecumeniche e culturali incentrate sull’abbazia. Ma nel 1995 il futuro della Dormizione era ancora una volta in bilico a causa della situazione economica e della mancanza di monaci. Il processo di rinnovamento arrivò grazie a Benedikt Lindemann OSB, originario dell’abbazia di Könisgmünster nel 1995 e nel 2011dell’irlandese Gregory Collins di Glenstal. Poiché Glenstal apparteneva alla Congregazione monastica dell’Annunciazione, con il suo mandato l’abbazia e il suo priorato a Tabgha furono accolti come membri all’interno della medesima. Il 3 febbraio 2023 è stato eletto abate della Dormizione Nikodemus Schnabel, che ha ricevuto la benedizione abbaziale nel giorno di Pentecoste, il 28 maggio scorso, cerimonia presieduta dal Patriarca di Gerusalemme dei Latini, l’Arcivescovo Pierbattista Pizzaballa.

Dormizione o assunzione?

La fine della vita di Maria, di cui i testi canonici non dicono nulla, ha acceso l’immaginario dei primi cristiani: dal III al VII secolo ci è arrivata una stupefacente schiera di narrazioni e leggende – più di quaranta – sulla Dormizione e Assunzione di Maria. Chiariamo solo un po’ la terminologia: la “Dormizione” di Maria, cioè la sua morte fisica, si riferisce all’evento della sua dipartita da questo mondo, usando un comune eufemismo presente nelle Scritture. Questa occasione è ricordata nei vari racconti con la miracolosa riunione di tutti gli apostoli – raccolti dagli estremi confini della terra – presso il capezzale di Maria. Gli apostoli avrebbero poi partecipato al suo funerale e alla sua sepoltura, conclusasi con la visione del figlio Gesù che veniva a ricevere l’anima della madre. Il termine “Assunzione” si riferisce trasferimento glorioso di Maria in anima e corpo in Paradiso, dove attualmente esiste nello stato risorto, esemplificando la promessa che attende tutti i fedeli alla fine dei tempi. La maggior parte delle narrazioni e soprattutto le prime descrivono il trasferimento di Maria in anima e corpo in Paradiso in modi diversi, mentre alcune si concludono senza descrivere il mistero dell’assunzione. La liturgia bizantina ha mantenuto il termine “Dormizione”
per designare l’insieme del mistero celebrato in questa festa, mentre l’occidente latino, che la conosce a partire dai papi Teodoro (642-649) e Sergio I (687-701), la designa come
“Assunzione “. La credenza che la Vergine Maria sia stata assunta corporalmente in cielo è menzionata anche nei sermoni di Sant’Andrea di Creta e San Giovanni Damasceno. Quest’ultimo ne descrive l’origine con queste parole: “Giovenale, vescovo di Gerusalemme, al Concilio di Calcedonia [451] fece conoscere all’imperatore Marciano e Pulcheria, che desideravano possedere il corpo della Madre di Dio, che Maria morì alla presenza di tutti gli apostoli, ma che la sua tomba, una volta aperta, su richiesta di San Tommaso, fu trovata vuota; da cui gli apostoli conclusero che il corpo era stato portato in cielo”.

La definizione dogmatica di Pio XII circa l’assunzione di Maria non volle toccare la questione: chi pensava a una “Dormizione” senza la morte non si trovava di fronte a un pronunciamento contrario, e viceversa. Così si esprime la Costituzione apostolica “Munificentissimus Deus” del 1 novembre 1950: “Pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”.

La festa dell’Assunzione è l’ultima grande solennità dell’anno liturgico: segna un compimento, una pienezza, e lancia uno sguardo sull’ éschaton. Non sono presenti solo gli apostoli, ma anche tutti noi che insieme a loro formiamo la chiesa di Dio, con gli angeli, il cielo e la creazione intera, e glorifichiamo Maria per la sua intercessione “che non dorme”. La festa ha una dimensione cosmica ed escatologica. Maria è regina come Cristo è re. Lo stesso Giovanni Damasceno pronunciò, durante una veglia del 15 agosto al Getsemani, tre omelie, di cui riportiamo un estratto:

Come mai la fonte della vita è condotta alla vita attraverso la morte? Come mai colei che nel parto superò i limiti della natura adesso si piega alle leggi di questa e il corpo immacolato si sottopone alla morte? Occorre deporre ciò che è mortale e rivestirsi di immortalità, dal momento che neppure il Signore della natura si è sottratto alla prova della morte. In realtà egli muore secondo la carne, e con la morte distrugge la morte, alla corruzione concede l’incorruttibilità e fa della morte una sorgente della resurrezione. In che modo il Creatore dell’universo accoglie con le proprie mani l’anima santa che si separa dalla dimora che ha accolto Dio, onorandola come si conviene! Pur essendo serva per natura, negli abissi insondabili del suo amore per gli uomini, egli fece di lei, secondo il piano salvifico, la propria Madre, dato che si è realmente incarnato e non si è fatto uomo in apparenza”.

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©photo Gerd Eichmann

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