La domenica mattina di papa Francesco, 29 settembre, si è svolta a Bruxelles, dove egli ha presieduto la santa messa (nello stadio “Re Baldovino”); da lì – poi – ha raggiunto la base aerea di Melsbroek, da dove è ripartito per fare ritorno nello Stato del Vaticano. Si è concluso – in tal modo – il Viaggio Apostolico di Sua Santità Francesco in Lussemburgo e Belgio.
A ispirare l’omelia del Vescovo di Roma è stata la pericope evangelica di questa XXVI Domenica del Tempo Ordinario, quella di Mc 9,38-43.45.47-48. A partire da questa, Francesco ha consegnato al popolo di Dio tre concetti centrali per la fede: l’apertura, la comunione e la testimonianza. Egli ha commentato: «Tutti con il Battesimo, abbiamo ricevuto una missione nella Chiesa. Ma si tratta di un dono, non di un titolo di vanto. La Comunità dei credenti non è una cerchia di privilegiati, è una famiglia di salvati, e noi non siamo inviati a portare il Vangelo nel mondo per i nostri meriti, ma per la grazia di Dio, per la sua misericordia e per la fiducia che, al di là di tutti i nostri limiti e peccati, Egli continua a riporre in noi con amore di Padre, vedendo in noi quello che noi stessi non riusciamo a scorgere. Per questo ci chiama, ci invia e ci accompagna pazientemente giorno per giorno. E allora, se vogliamo cooperare, con amore aperto e premuroso, all’azione libera dello Spirito senza essere di scandalo, di ostacolo a nessuno con la nostra presunzione e la nostra rigidità,
abbiamo bisogno di svolgere la nostra missione con umiltà, gratitudine e gioia. Non dobbiamo
risentirci, ma piuttosto rallegrarci del fatto che anche altri possano fare ciò che facciamo noi, perché cresca il Regno di Dio e per ritrovarci tutti uniti, un giorno, tra le braccia del Padre». In merito al secondo aspetto, il Papa ha affermato: «L’unica via della vita è quella del dono, dell’amore che unisce nella condivisione. La via dell’egoismo genera solo chiusure, muri e ostacoli – “scandali”, appunto – incatenandoci alle cose e allontanandoci da Dio e dai fratelli»; e ha aggiunto: «Se vogliamo seminare per il futuro, anche a livello sociale ed economico, ci farà bene tornare a mettere alla base delle nostre scelte il Vangelo della misericordia. Gesù è la misericordia. Tutti noi, tutti, siamo stati misericordiati». In merito alla testimonianza, il Pontefice ha fatto riferimento alla figura di Anna di Gesù, Anna de Lobera, nel giorno della sua Beatificazione: «Questa donna è stata tra le protagoniste, nella Chiesa del suo tempo, di un grande movimento di riforma, sulle orme di una “gigante dello spirito” – Teresa d’Avila –, di cui ha diffuso gli ideali in Spagna, in Francia e anche qui, a Bruxelles, e in quelli che allora erano chiamati Paesi Bassi Spagnoli. In un tempo segnato da scandali dolorosi, dentro e fuori la comunità cristiana, lei e le sue compagne, con la loro vita semplice e povera, fatta di preghiera, di lavoro e di carità, hanno saputo riportare alla fede tante persone, al punto che qualcuno ha definito la loro fondazione in questa città come una “calamita spirituale”. Per scelta, non ha lasciato scritti. Si è impegnata invece a mettere in pratica ciò che a sua volta aveva imparato (cfr 1Cor 15,3), e con il suo modo di vivere ha contribuito a risollevare la Chiesa in un momento di grande difficoltà. Accogliamo allora con riconoscenza il modello di “santità al femminile” che ci ha lasciato (cfr Esort. Ap. Gaudete et exsultate, 12), delicato e forte, fatto di apertura, di comunione e di testimonianza. Raccomandiamoci alla sua preghiera, imitiamone le virtù e rinnoviamo con lei il nostro impegno a camminare insieme sulle orme del Signore».
Il Papa ha concluso la celebrazione eucaristica con la preghiera dell’Angelus, durante la quale si è soffermato – particolarmente – sull’attuale conflitto mediorientale e sulla realtà della emigrazione; in merito a quest’ultima, egli ha affermato: «Oggi si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sul tema “Dio cammina con il suo popolo”. Da questo Paese, il Belgio, che è stato ed è tuttora meta di tanti migranti, rinnovo all’Europa e alla Comunità internazionale il mio appello a considerare il fenomeno migratorio come una opportunità per crescere insieme nella fraternità, e invito tutti a vedere in ogni fratello e sorella migrante il volto di Gesù che si è fatto ospite e pellegrino in mezzo a noi».
Nel primo pomeriggio di domenica, papa Francesco è atterrato all’Aeroporto Internazionale di Roma/Fiumicino.