L’Avvento con Gregorio Magno. 4 dicembre 2023, primo lunedì di Avvento.
L’incontro a Cafarnao tra il centurione e Gesù ha come centro un paradosso: un pagano, cioè una persona impura, un soldato, cioè il rappresentante di un potere responsabile dell’occupazione Israele, proprio un centurione fa la sua bella professione di fede, convinta e accompagnata dal senso della propria indegnità. Fu preso da ammirazione, Colui che sa tutto da sempre, scriveva Rahner. Il centurione sa bene che, come nella vita quotidiana i propri ordini di comandante sono ascoltati, così, a maggior ragione, la potenza della parola di Gesù, che non conosce confini, sarà ancora più efficace contro la malattia del suo servo. In Gesù che si avvia verso la casa del centurione si cela il Dio che vuole entrare nella nostra casa e nella nostra vita. Meglio, il Dio che desidera portare ognuno di noi ad dimorare nella sua casa, come dice il profeta Isaia: ad essa affluiranno tutte le genti, per condividere la sua vita divina.
Sant’Agostino nelle Confessioni (I, 5-6) scriveva: “La casa della mia anima è troppo angusta, perché tu possa entrarvi: allargala tu. È in rovina: riparala tu. Contiene cose che non ti possono essere gradite: lo so, non lo nego, ma chi può purificarla? […] Credo, ed è per questo che parlo, Signore, tu lo sai”.
Parlare bocca a bocca
Ma ciò che abbiamo detto della santa chiesa nel suo insieme, vale per ciascuna anima in particolare. Immaginiamoci un’anima intenta alla ricerca dei doni e che riceve l’intelligenza grazie alla predicazione esteriore: essa desidera essere illuminata anche dalla grazia divina per comprendere un giorno ugualmente da se stessa; ora, essa si rende conto che non comprende nulla senza la mediazione della parola del predicatore, e perciò dice: “Mi baci con i baci della sua bocca!” (Ct 1, 1). Mi tocchi lui stesso interiormente perché lo possa conoscere mediante l’intelligenza, e mi possa deliziare non più mediante la voce dei predicatori, ma per il tocco della sua grazia interiore. In qualche modo il Signore baciava Mosè col bacio della sua bocca quando gli comunicava la conoscenza, concedendogli il privilegio d’una grazia familiare. Così è scritto: “Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, parlerò con lui in sogno; e non come al mio servo Mosè: con lui parlo bocca a bocca” (Nm 12, 6-8).
Parlare bocca a bocca significa baciare e toccare l’anima mediante l’intelligenza interiore.
Dal Commento al Cantico dei Cantici 15