L’Avvento con Gregorio Magno. 9 dicembre 2023, primo sabato di Avvento,
“Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe“, dice Gesù ai suoi discepoli, che un giorno continueranno la sua stessa opera. La parola e l’azione del Figlio mandato dal Padre diventano sorgente della parola e dell’azione dei discepoli. La missione è insieme seminare e raccogliere: l’umanità è una messe matura per dono di Dio. Ma se gli operai sono pochi e la messe è molta, Gesù reagisce in modo sorprendente. Non dice, “Forza datevi da fare!”,chiede piuttosto che si preghi il Padre, Lui che è il Signore delle messi.
Bisogna pregare per entrare in comunione con il Padre, per diventare figli ed essere inviati verso i fratelli. Solo la comunione con lui e il dono del suo Spirito ci fanno figli e apostoli, capaci di compiere la sua stessa missione. La chiesa è apostolica, non solo perché trova origine negli apostoli, ma anche perché è fatta di figli e figlie inviati ai fratelli, spintidallo stesso amore di Cristo, che ha dato la vita per tutti. Il fine della missione è essenzialmente un esorcismo: liberare gli uomini dallo spirito immondo, per renderli dimora dello Spirito Santo.
Prepariamoci in fretta a presentarci al cospetto di Dio ricchi di buone opere
Dopo aver concessa l’autorità della predicazione e la facoltà di avvalorarla con i miracoli, il nostro Redentore dice: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date“ (Mt 10,8). Prevedeva, infatti, che alcuni avrebbero cercato di usare i carismi ricevuti dallo Spirito Santo a scopo di lucro, e avrebbero ridotto la virtù di fare i miracoli a strumento di avarizia. Vi sono alcuni, però, che seppur non ricevono premi in denaro, tuttavia cercano la retribuzione della lode umana. Costoro non danno gratuitamente ciò che gratuitamente hanno ricevuto, poiché da un ufficio sacro cercano di ricavare, in prezzo, la lode. Bene perciò il profeta, volendo descrivere l’uomo giusto, dice di lui che “scuote dalle sue mani ogni regalo“ (Is 33,15).
Si noti che non si dice solo che scuote dalle sue mani il regalo, ma, “ogni regalo“, perché vi sono vari regali: vi è il regalo dell’ossequio, il regalo di mano, il regalo di lingua.
Il regalo dell’ossequio consiste nella ricerca del potere; il regalo di mano è il denaro; il regalo di lingua è la lode. Ma voi, o fratelli carissimi, che vestite l’abito secolare, mentre venite a conoscere quali siano i nostri doveri, fissate gli occhi della mente anche sulle vostre obbligazioni. Ciò che vicendevolmente vi fate di bene, fatevelo gratuitamente. Come cercate di occultare le vostre cattive azioni, perché gli altri non le vedano, così procurate di nascondere soprattutto le vostre buone azioni, per non averne lode dagli uomini. Mai, per nessun motivo, fate il male; sempre fate il bene, ma mai fatelo per una retribuzione temporale. Il tempo passa veloce. Prepariamoci in fretta a presentarci al cospetto di Dio, ricchi di buone opere, con l’aiuto del Signore nostro Gesù Cristo, il quale vive e regna Dio nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
Dalle Omelie sui Vangeli, IV
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