L’Avvento con Gregorio Magno. 15 dicembre 2023, secondo venerdì di Avvento.
“A chi paragonerò questa generazione?”. È il lamento di Gesù per la sua e per ogni generazione, che rifiuta il gioco di Dio, che invita con Giovanni al lutto e con Gesù alla danza. E noi, come bambini dispettosi, distruggiamo il gioco di Dio, e alla fine noi stessi. Da Adamo in poi il peccato viene fatto più per stupidità che per cattiveria: è più infantilismo e ripicca, che atto di libertà. È un brano che chiama al discernimento: c’è una tristezza che viene da Dio e una che viene dal nemico; c’è una gioia autentica e un’altra che è la sua contraffazione. Gesù ci invita a discernere nel presente i segni con cui Dio ci parla: il lutto per il male e la gioia per il bene. Il nemico invece inganna, facendo apparire piacevole il male e antipatico il bene. Gesù ci offre la gioia delle nozze tra uomo e Dio, ma prima bisogna accettare il lamento di Giovanni. E noi, agiremo e parleremo come i piccoli evangelici, o saremo come questi bimbi guastafeste e senza discernimento?
Potrete anche voi essere chiamati angeli
Voi che siete nel Tabernacolo di Dio, cioè nella santa Chiesa, se non potete offrire in grandi recipienti la sapienza della dottrina, procurate almeno di dare ai vostri prossimi, in quanto vi è concesso dalla divina generosità, dei piccoli recipienti di vostre buone parole. Nel bene in cui vi sembra di aver fatto qualche progresso, cercate di trarre anche gli altri; desiderate di avere dei compagni nella via di Dio […]
Dico a me ed a voi: Guardiamoci dal fare chiacchiere inutili, per non correre pericolo di dire parole oziose. Guardiamoci dai bisticci e dal gettare parole al vento. Cambiate dunque i colloqui oziosi con la premura di parlare con edificazione. Considerate quanto velocemente passino i giorni della vita presente, e pensate quanto severo sarà il Giudice che sta per venire! Tenetelo presente agli occhi del cuore vostro, e cercate di ricordarlo alle menti dei vostri prossimi. Se non trascurate di annunziarlo in quanto le vostre forze ve lo permettono, potrete pur voi essere da lui chiamati « angeli » come avvenne per Giovanni. Questo vi conceda di fare Colui che vive e regna, Dio, per tutti i secoli dei secoli. Così sia.
Dall’omelia tenuta al popolo nella basilica dei Santi Marcellino e Pietro nella III domenica d’Avvento