Periodico di informazione religiosa

L’1 gennaio con papa Francesco

da | 2 Gen 2025 | Liturgia

L’1 gennaio celebriamo la solennità di Maria Santissima Madre di Dio e papa Francesco ci ricorda: «È bello poter elevare lo sguardo del nostro cuore a Maria. Ella infatti, essendo Madre, ci rimanda alla relazione con il Figlio: ci riporta a Gesù, ci parla di Gesù, ci conduce a Gesù. Così, la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio ci immerge nuovamente nel Mistero del Natale: Dio si è fatto uno di noi nel grembo di Maria».

Il Pontefice – per mezzo della sua omelia – ha fatto risuonare la Rivelazione, secondo cui Cristo Gesù è stato inviato dal Padre: «Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4); egli ha commentato: «Si è fatto carne e si svela nella fragilità della carne. Nato da donna. Questa espressione anzitutto ci riconduce al Natale: Il Verbo si è fatto carne. L’Apostolo Paolo specifica che è nato da donna, sente quasi la necessità di ricordarci che Dio si è fatto veramente uomo attraverso un grembo umano. C’è una tentazione, che affascina oggi tante persone ma che può sedurre anche tanti cristiani: immaginare o fabbricarci un Dio “astratto”, collegato a una vaga idea religiosa, a qualche buona emozione passeggera. Invece, è concreto, è umano: è nato da donna, ha un volto e un nome, e ci chiama ad avere una relazione con Lui. Cristo Gesù, il nostro Salvatore, è nato da donna; ha carne e sangue; viene dal seno del Padre, ma si incarna nel grembo della Vergine Maria; viene dall’alto dei cieli ma abita le profondità della terra; è il Figlio di Dio, ma si è fatto Figlio dell’uomo. Egli, immagine del Dio Onnipotente, è venuto nella debolezza».

Il Vescovo di Roma ha proseguito, affermando: «È nato da donna ed è uno di noi. Proprio per questo Egli può salvarci. Nato da donna. Quest’espressione ci parla anche dell’umanità del Cristo, per dirci che Egli si svela nella fragilità della carne. Se è disceso nel grembo di una donna, nascendo come tutte le creature, ecco che Egli si mostra nella fragilità di un Bambino. Per questo i pastori andando a vedere con i loro occhi quanto l’Angelo ha loro annunciato, non trovano segni straordinari o manifestazioni grandiose. […] Trovano un neonato inerme, fragile, bisognoso delle cure della mamma, bisognoso di fasce e di latte, di carezze e di amore. […] E così in tutta la vita di Gesù possiamo vedere questa scelta di Dio, la scelta della piccolezza e del nascondimento;  Egli non cederà mai al fascino del potere divino per compiere grandi segni e imporsi sugli altri come gli aveva suggerito il diavolo, ma svelerà l’amore di Dio nella bellezza della sua umanità, abitando tra noi, condividendo la vita ordinaria fatta di fatiche e di sogni, mostrando compassione per le sofferenze del corpo e dello spirito, aprendo gli occhi dei ciechi e rinfrancando gli smarriti di cuore».

Le tre vocazioni e missioni cristiane rilanciati da Francesco sono: «I tre atteggiamenti di Dio sono misericordia, vicinanza e compassione. Dio si fa vicino e misericordioso e compassionevole. Non dimentichiamo questo. Gesù ci mostra Dio attraverso la sua umanità fragile, che si prende cura dei fragili».

Bergoglio ci consegna – ancora una volta – l’impegno della fraternità: «Sorelle e fratelli, è bello pensare che Maria, la fanciulla di Nazaret, ci riconduce sempre al Mistero del Figlio suo, Gesù. Ella ci ricorda che Gesù viene nella carne e, perciò, il luogo privilegiato dove poterlo incontrare è anzitutto la nostra vita, la nostra fragile umanità, quella di chi ogni giorno ci passa accanto. E invocandola come Madre di Dio, affermiamo che il Cristo è stato generato dal Padre, ma è nato veramente dal grembo di una donna. Affermiamo che Egli è il Signore del tempo ma abita questo nostro tempo, anche questo nuovo anno, con la sua presenza d’amore. Affermiamo che Egli è il Salvatore del mondo, ma possiamo incontrarlo e dobbiamo cercarlo nel volto di ogni essere umano. E se Lui, che è il Figlio di Dio, si è fatto piccolo per essere preso in braccio da una mamma, per essere curato e allattato, allora vuol dire che ancora oggi Egli viene in tutti coloro che hanno bisogno della stessa cura: in ogni sorella e fratello che incontriamo e che ha bisogno di attenzione, di ascolto, di tenerezza. Questo nuovo anno che si apre, affidiamolo a Maria, Madre di Dio, perché anche noi impariamo come Lei a trovare la grandezza di Dio nella piccolezza della vita; perché impariamo a prenderci cura di ogni creatura nata da donna, anzitutto custodendo il dono prezioso della vita, come fa Maria: la vita nel grembo materno, quella dei bambini, quella di chi soffre, la vita dei poveri, la vita degli anziani, di chi è solo, di chi è morente».

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