Periodico di informazione religiosa

Nella casa del Signore. L’Angelus di papa Francesco

by | 3 Mar 2024 | Vita ecclesiale

«Nel tempio inteso come casa si va per incontrare il Signore, per stare uniti a Lui, stare uniti ai fratelli, per condividere gioie e dolori»: sono state le espressioni utilizzate da papa Francesco all’inizio della preghiera dell’Angelus. Egli, a partire dalla pericope evangelica di questa III Domenica di Quaresima, Gv 2,13-25, ha sottolineato la realtà del tempio, inteso come casa o come mercato; ha, dunque, affermato: «Al mercato si gioca sul prezzo, a casa non si calcola; al mercato si cercano i propri interessi, a casa si dà gratuitamente. E Gesù oggi è duro perché non accetta che il tempio-mercato si sostituisca al tempio-casa, non accetta che la relazione con Dio sia distante e commerciale anziché vicina e fiduciosa, non accetta che i banchi di vendita prendano il posto della mensa familiare, che i prezzi vadano al posto degli abbracci e le monete prendano il posto delle carezze». Nostro Signore ammonisce che, prigionieri della mentalità del mercato, «si crea una barriera tra Dio e l’uomo e tra fratello e fratello, mentre Cristo è venuto a portare comunione, a portare misericordia, cioè perdono, a portare vicinanza»; e chiede, a tutti e a ciascuno: «L’invito oggi, anche per il nostro cammino di Quaresima, è a fare in noi e attorno a noi più casa e meno mercato. Prima di tutto nei confronti di Dio: pregando tanto, come figli che senza stancarsi bussano fiduciosi alla porta del Padre, non come mercanti avari e diffidenti. Dunque, primo, pregando. E poi diffondendo fraternità: c’è bisogno di tanta fraternità! Pensiamo al silenzio imbarazzante, isolante, talvolta addirittura ostile che si incontra in tanti luoghi».

La conclusione della riflessione del Vescovo di Roma ci consegna un profondo esame di coscienza, che riguarda la nostra vita interiore e il nostro rapporto con Dio; egli ha affermato: «Chiediamoci, allora: prima di tutto, com’è la mia preghiera? È un prezzo da pagare o è il momento dell’abbandono fiducioso, dove non guardo all’orologio? E come sono i miei rapporti con gli altri? So dare senza aspettare il contraccambio? So fare il primo passo per rompere i muri del silenzio e i vuoti delle distanze? Queste domande dobbiamo farle a noi stessi».

La Quaresima, con la sua sobrietà esistenziale, ci aiuti nel nostro quotidiano itinerario verso la Pasqua di Risurrezione di vita.

 

©Alfredo Borba https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pope_Francis_Photo_2.jpg

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